Capitolo III - Il Figlio del Gelo (prima parte)

CAPITOLO   III  -  IL  FIGLIO DEL GELO

Candida conghiglia non più in grado di proteggere la preziosa perla, il ghiaccio si aprì mostrando il rostro di una seconda imbarcazione identica alla precedente, lunga quasi cinque metri. Sul fondo giacevano i corpi di tre uomini e di un cane; forse un lupo.
Non erano coperti di pelli come gli occupanti dell'altra barca e parevano essere stati colti di sorpresa, perché erano rannicchiati al centro della barca; solo il cane, un po' più discosto, sembrava pronto a lanciarsi in avanti.
"Forse sono cacciatori. - ipotizzò Dario, incurante dell'incrinatura che gli spezzava la voce;  un mutismo generale era sceso tra i ghiacci - Forse stavano cacciando con questo cane... o lupo che sia."
"Sembra un cane ed è un magnifico esemplare." anche Liliana si era chinata sull'animale.
Rossiccio, il pelo come quello di un lupo, anche il muso allungato e le orecchie appuntite sembravano quelle di un lupo più che di un cane: probabilmente si trattava di un incrocio.
"Sembra addormentato. - Dario gli sfiorò il capo; guardando quelle ciglia lunghe, serrate nel riposo millenario, provò un inquieto malessere. Una vertigine  - Sembra vivo. -  mormorò; le ciglia parevano muoversi e vibrare - Santo Cielo!... Ma questo cane è vivo!"  esclamò.
"Vivo? Stai scherzando? - interloquì Simone alle sue spalle - Vivo!... Ci stiamo lasciando prendere la mano dalla fantasia!"
"Ha aperto gli occhi. - insistette il ragazzo - Vi dico che è vivo!"
"Non dire schiocchezze! - anche Franco allungò una mano verso il preistorico animale - Come potrebbe essere vivo? Non vedi com'é rigido e gelato?"
"L'ho visto, ti dico." continuò ad insistere Dario e Franco, allungando una mano:
"Ma se sembra un ghiacciolo. - osservò, accarezzando quella che sembrava una splendida statua di cristallo - Chissà da quanti secoli è prigioniero qui!"

Intanto quel ghiaccio cominciava a sciogliersi in fresche, rilucenti goccioline, ma Dario non  aveva intenzione di darsi per vinto; non era un visionario, lui,  ed aveva visto perfettamente le ciglia del cane sollevarsi e richiudersi... In verità, gli era anche parso di avergli visto gonfiare il petto... impercettibilmente... Certo, a riflettere sulla cosa... non era possibile, no, che il cane fosse vivo.
Sorrise di sé e della propria ostinazione... Eppure sapeva di potersi fidare  del proprio   equilibrio emotivo... le sirti insidiose dell'immaginazione non erano mai riuscite a confondere il suo raziocinio. E neppure stava facendosi suggestionare, come diceva Simone... forse... forse una sensazione dettata dall'emozione,  che non gli aveva dato il tempo necessario per...  Ma no!... Non era così... il cane aveva aperto nuovamente gli occhi.
"No! No!... Accidenti! - urlò con tutto il fiato - L'ho visto ancora. L'ho visto!... Ha sbattuto le palpebre..." e di nuovo la sua mano cercò il pelo raccolto in fasci e sterpi gelati.
"Stai sognando...  Ah.ah.ah! - rise Franco - Tutto questo ha eccitato la tua fantasia di boy-scout, lupetto... Devi aver sognato e... Nooooo! - e un urlo uscì anche dalla gola di Franco - Questo cane è davvero vivo."
Il cane aveva mosso ancora le palpebre e d'intorno non fu che un grido:
"Questo cane è vivo!"
Da lontano, due  orsi correvano tra i ghiacci  saltellando da un banco all'altro; erano appena comparsi da dietro un masso e stavano scuotendosi di dosso un lieve manto di neve gelata. Perfettametne mimetizzati con l'ambiente, non era facile seguirne le acrobatiche evoluzioni.
"Ed ora... che cosa facciamo?"
Liliana e Simone si scambiarono un'occhiata.
"Rimuoverlo con molta precauzione. - suggerì Dario  -Il ghiaccio si sta sciogliendo."
"Già!... Bisogna trasportarlo subito al campo."
"Ma come possiamo soccorrerlo? - interloquì Franco - Nessuno di noi è in grado di farlo."
"Chiederemo istruzioni via radio.- rispose Simone - Bisognerà aspettare i ragazzi del gommone... ma perché ritardano tanto? Dovrebbero essere già qui e..."
L'esclamazione soffocata proveniente  da poppa della barca e la scomposta agitazione di uno dei tecnici che cercava di attirare l'attenzione degli altri, interruppe il ragazzo.
"E' vivo! - stava urlando - Questo ragazzo è vivo!"
La gelata atmosfera si elettrizzò.  Si incendiò.