Capitolo VIII - parte terza

Capitolo  VIII - parte terza


I tre si allontanarono lasciandosi alle spalle giocolieri, maghi, sfaccendati e bighelloni.
"Mi accusano di aver portato il male alla Regina. - Ramseth fermò i propri passi; gli altri due fecero altrettanto - Conosco il male che l'affligge e so che i medici di corte potranno ben poco. Sono venuto al mercato per comprare un dono da offrire in sacrificio agli Dei per la sua salute, ma mi sono accorto di essere seguito. " il ragazzo indicò  due uomini fermi vicino ad un cespuglio di giunchi; parlavano tra di loro, ma con l'evidente espressione di chi cerca di darsi un atteggiamento disinvolto. 
"Cosa vogliono da te? - domandò Asur e siccome Ramseth si strinse nelle spalle - C'é un solo modo per saperlo!" aggiunse.
"Hai ragione! - assentì Ramseth accostandosi ai due - Se è me che cercate, eccomi qui.!" disse piantandosi di fronte ai due e Keriut al suo fianco.
"Cerchiamo proprio te, se sei Ramseth, caro al Faraone . -  disse uno dei due; l'altro taceva e prima che il ragazzo replicasse, spiegò - Sirikit, la nostra padrona, ti offre un sacchetto pieno d'oro se verrai ad onorarla."
"Non conosco la vostra padrona e..."
"Siete servi di Sirikit, la Dolce?  -  interloquì Keriut interrompendo la replica di Ramseth  -  Aspettate! Spiegherò io al mio amico quanto grandi siano le mani di Sirikit, la Dolce."
"Che cosa vuole da me una signora che non conosco?" domandò dubbioso Ramseth.
"Dare una festa. - spiegò l'uomo - E vorrebbe allietare i suoi ospoiti con qualcuno dei tuoi giochi. A Tebe tutti conoscono il tuo nome."
"Va bene! Dite alla vostra padrona che verrò."
"Che verremo!" corresse sorridendo Keriut; un saluto e i due servi si allontanarono. Asur li seguì con sguardo dubbioso, poi anch'egli si allontanò, lasciando soli i due ragazzi.
Prima di tornare a casa, Ramseth promise al nuovo amico  che gli avrebbe permesso di accompagnarlo da Sirikit la Dolce.


Ramseth tacque alla madre dell'accaduto, ma durante la notte non dormì e l'alba lo trovò sveglio e sempre preoccupato.
"Qui Ramseth, passo. Qui Ramseth, passo!" impaziente, tentò di raggiungere l'amica del futuro prima ancora che il sole si fosse levato.
"Ricevuto, Ramseth. Qui, Emma, passo." rispose la voce dall'altra parte dell'eternità.
"Ho bisogno di aiuto, Emma. Un grave pericolo è sul mio capo." disse tutto d'un fiato.
"Che cosa è successo?" domandò la ragazza, subito preoccupata.
"La Regina è molto malata e sono stato accusato d'essere io la causa del suo male."
"Accusato? Ma che cosa significa?" trasecolò la ragazza.
"L'ho incontrata nei giardini  della Casa d'Oro e lei mi ha parlato. Poco dopo è arrivata una febbre altissima a divorarla..."
"Capisco! Continua."
"A corte dicono che è stato il mio sguardo a procurarle il male."
"Santo Cielo! - esclamò Emma - Ma è assurdo! E i medici? Che cosa dicono i medici?"
"Sono tutti d'accordo nell'accusare il povero Ramseth, ma il mio amico Asur è  in accordo con me e  dice che il male della Regina risiede nel respiro."
"Asur è un tuo amico?" domandò Emma.
"Sì! - assentì il ragazzo -Asur è sacerdote di Mut e grande medico ed egli dice che i suoi bronchi hanno preso freddo e che per questo il suo respiro è affannoso e la febbre è alta."
"Santo Cielo! Ma allora?"
"A corte preferisocno dare la colpa al povero Ramseth e non al freddo. Ho molti nemici da quando il Faraone mi chiama Fratello del mio cuore."
"Ma il Faraone non ti protegge?" replicò Emma.
"Se sono acora libero è solo perché il Faraone mi è amico, ma se la  Regina morisse... Che cosa accadrebbe se la Ragina morisse? Il Faraone si lascerà convincere della mia colpevolezza."
"Non temere, Fratello del mio cuore. Io ti aiuterò... Ascolta..."
"Mi hai chiamato Fratello del mio cuore? -  esultò il ragazzo, pur nell'angoscia del momento,  poi chiese - Che cosa devo fare?"
"Ascolta! - ripeté Emma - Ascoltami attentamente. Prendi della muffa... La troverai in posti freddi ed umidi. Sarà come una polverina appiccicosa. Mettila in acqua e falla bollire e..."
"Ma.. e poi?"
"Versala in una tazza e falla bere alla Regina... dolcificala con un po' di miele, per  renderla meno amara."
"E la Regina guarirà?" domandò in tono scettico il ragazzo.
"Beh!... Dovrebbe! La febbre calerà. Questo è certo! Aspetta... Dovrai far bere alla tua Regina questa medicina più volte, ma vedrai che la febbre calerà. I nostri scienziati, proprio dalla muffa hanno ricavato una medicina che chiamiamo penicellina... La tua sarà meno efficace, certo... ma funzionerà. Ne sono sicura!"
"Grazie, Sorella del mio cuore. Vado subito a preparare la medicina."