I DRUIDI... MAGIA ED ARMONIA CON LA NATURA

I DRUIDI... MAGIA ED ARMONIA CON LA NATURA

ANTICHE CULTURE  -  I DRUIDI… Magia ed Armonia con la Natura

La Religione celtica era basata sull’armonia con la Natura, all’interno della quale l’uomo, la cui anima alla morte trasmigrava in un neonato, non era considerato superiore alle altre creature e dove il concetto di peccato era inesistente. Da qui i primi contrasti con la religione ebraica e cristiana che poneva l’uomo al centro della creazione. Il Cristianesimo la ostacolò subito, perché quel sapere fu visto come una sorta di  stregoneria e una minaccia alla espansione della nuova religione: principi diversi sia sul piano teologico che sociale. Anche i Romani, prima di loro, benchè ne fossero affascinati, ostacolarono per lo stesso motivo quella dottrina

La base della dottrina celtica, era, dunque, la Natura e la dottrina si praticava nei boschi e nelle foreste, le cui piante, oltre ad essere curative, facevano da supporto ai rituali magici. Le piante, infatti, erano considerate esseri viventi, capaci di reazioni, per cui ogni azione, come il cogliere un frutto o tagliare un ramo, doveva essere accompagnato da  un rituale propiziatorio e riparatore.

 Molte, le piante ritenute magiche: quercia, betulla, agrifoglio, pino, melo, ecc… tutte con priopretà curative. Altre piante sacre, dalle magiche proprietà, erano il vischio e il frassino. Soprattutto il vischio  della quercia, a sua volta ritenuta pianta sacra, era considerato un toccasana, capace di guarire ogni male. Nella tradizione nordica l’albero della  Vita era un frassino le cui radici sprofondavano nel cuore della terra e i cui rami si innalzavano fino al cielo e le foglie avvolgevano tutto l’Universo; al centro, la terra era circondata dal serpente Midgard (l’Ouroboros degli alchimisti).   Un tempo gli uomini erano assai più vicino alla Natura e per carpirne i segreti, stavano ad “ascoltarla” e riuscivano perfino a “parlare” con essa attraverso le “sibille”, le sacerdotesse.

Il sacerdozio femminile era altrettanto importante che quello maschile e, forse, anche più. Erano le sacerdotesse a dedicarsi ai riti della fertilità ed a praticare il Culto della Morte. Erano loro a trovare le erbe magiche da usare nei riti e nelle cerimonie ed a tagliarle con falcetti d’oro e vestite di bianco… erbe e piante magiche,  come i tralci di vite o particolari funghi da utilizzare per procurarsi quegli stati di incoscienza, necessari per esercitare l’arte della Divinazione o della Profezia.

Il sacerdozio maschile era diviso in classi:

-         Bardo: primo grado di saerdozio,  possedeva conoscenze di base di carattere storico, filosofico e mitologico

-         Ovate, si chiamava, invece,  l’iniziato ai Sacri Misteri ed era una persona già con capacità profetiche.

-         Druido, infine era il sacerdote di massimo grado, sapientissimo e dotto. Erano dottori, medici, giudici, educatori ed erano i mediatori  con le forze telluriche e celesti.

Nell’immaginario, la parola Druido è associata alla figura di un uomo con lunga barba e candida tunica. Ma proprio così?

Strabone a proposito di Druidi parla di una isola alla foce della Loira, di sole donne e Tacito nei suoi “Annali”, racconta che tra la popolazione assiepata sulla spiaggia dell’isola di Mona, c’erano sacerdoti e sacerdotesse: i primi vestiti di bianco e con le braccia levate al cielo e le seconde vestite di nero e con un falcetto in mano. Quelle donne, aggiunge, potevano anche essere soltanto delle guerriere, poiché le coraggiose donne dei britanni, con i corpi dipinti di nero, usavano entrare  in battaglia accanto agli uomini.

Quali Divinità sostenevano queste donne?

In una società matriarcale quale era quella dei celti, non poteva che esserci la Grande Madre o Madre Terra, come personificazione delle forze naturali. Le sue varie funzioni si esprimevano attraverso una Dea della Guerra, una Dea Guaritrice, una Dea della Foresta ecc… accanto alle quali, furono, poi, collocate Divinità maschili quali il Dio Cervo, il Dio del Frassino, ecc.

Una Dea assai particolare era la Dea-Solare  BRIGIT, intermediaria fra i vivi e i morti, protettrice dei fabbri e degli artigiani. Signora del Fuoco e del Focolare,  della Poesia e delle Arti Domestiche, della Divinazione e della Guarigione.  I suoi simboli erano lo specchio, la ruota e la coppa: il primo rappresenava l’immagine dell’altromondo, la seconda rappresentava il centro del cosmo  e dello scorrere del filo della vita e  la terza era il grembo della Dea.

In un società dalle connotazioni così femminili, retta da una Dea universale invece che da un Dio universale, anche le consuetudini e le usanze ne erano il riflesso.   Per diventare Re occorreva sposare una donna che fosse investita  del potere della Madre-Terra e che, con le nozze e l’atto sessuale, gli conferisse potere  sulla terra e gli uomini. Come in Egitto, dove il principe ereditario per diventare Faraone, doveva sposare la principessa ereditaria, nelle cui vene scorreva il sangue divino che, con le nozze e l’atto sessuale, trasferiva in lui lo spirito del Dio.