KEOPE... e le "Stanze di Thot"

KEOPE...   e le "Stanze di Thot"

KEOPE...      e le    "Stanze segrete di Thot"

Khufu, meglio conosciuto come Keope,  nasce nel 2589 e sale sul trono intorno al 2550 a.C. e continua l'opera di costruzione di suo padre, Snefru.
Di questo Sovrano la tradizione classica ci consegna il ritratto di un despota crudele ed insensibile. Un ritratto, in realtà, del tutto ingannevole che dà al lettore l'immagine falsata di
un'epoca in cui, al contrario,  l'umanità raggiunse vette che non eguaglierà neppure in futuro: senza conoscere il ferro né la ruota, ma con la sola "potenza" della pietra, costruisce la più grande  delle Meraviglie del Mondo Antico.   L'immagine, però,   di schiavi   oppressi e costretti a lavorare sotto la sferza di guardiani aguzzini é del tutto falsa: un'opera complessa e mirabile come la Piramide, richiedeva competenza ed esperienza di personale qualificato come architetti, geometri, scalpellini e non  era certamente impresa di schiavi e rozzi prigionieri nomadi.
Viene spontano, però, chiedersi perché mai Snefru, che  pure fece erigere non una,   bensì   tre  e forse quattro Piramidi,  non gode della stessa pessima fama.
La risposta ce la fornisce la Storia o, più esattamente, gli storiografi greci ed in particolare Erodoto che, bisogna ricordare, scrive di  fatti accaduti tremila anni prima e attinti a pettegolezzi,  più che a  fonti letterarie,  dell'Egitto dell'epoca decadente.  
Il  culto alla persona di Keope, in realtà, come quello  del figlio Kefren, era praticato ancora ai tempi di Alessandro Magno.

Testi risalenti alla sua epoca, invece, ce lo  descrivono come un riformatore in ambito civile e religioso. Egli riordinò l'amministrazione dello Stato creando la figura del Gran Visir (Primo Ministro, diremmo oggi) scegliendolo in seno alla famiglia reale ed ottenendo, così, il controllo diretto su tutti gli altri Funzionari.  In campo religioso, egli  limitò il potere dei Sacerdoti, creando, però, lo scontento di alcuni di essi che si vendicarono denigrando la sua figura e il suo operato.
Oggi, grazie alle scene dipinte nelle mastabe dei Funzionari,  conosciamo bene le condizioni di vita a quei tempi   e conosciamo  l'organizzazione dei lavori nei cantieri della  Piramide:  ferrea ma necessaria per il buon andamento del lavoro, proprio come avverrà in futuro per la costruzione di altre opere imponenti.

Nei racconti di Erodoto, Keope é un Sovrano odiato per aver ridotto in miseria il Paese.
"...  giunse a tal punto di malvagità - scrive lo storico greco, vissuto  nel  V secolo - che, per bisogno di ricchezze, mise sua figlia in un bordello e le ordinò di farsi pagare una certa quantità di denaro: non dicono quanto. La figlia adempì agli ordini del padre..."
Nessuno oggi crede più a questa turpe calunnia, ma il marchio infamante é, comunque, rimasto attaccato alla persona e al nome di questo Sovrano colto e dotto come lo erano tutti i Re egizi prima e  dopo di lui. Egli si interessò di Architettura, Astronomia, Astrologia e Storiografia Sacra dell'Egitto attraverso lo studio di antichi documenti religiosi antecedenti il regno di Menes.
Scrisse anche un trattato di Alchimia sacra ed ermetica.

Così come Snefru,  suo padre,   ci offre un quadretto idilliaco e familiare di lui in gita sulla Barca Reale, anche Keope ci offre in una scenetta familiare in cui compare  attorniato dai figli che gli raccontano favole.  
Djedefra, uno dei figli, gli parla di un mago,  Djeda, capace di grandi prodigi, come domare un leone o riattaccare al collo una testa mozzata.
 Keope, uomo sapiente e dalla grande sete di conoscenza, vuole mettere alla prova il mago. In realtà egli é alla ricerca del numero esatto delle "Stanze di Thot", Dio della Conoscenza e della Magia, sul cui  modello vorrebbe farsi costruire il Tempio Funerario.
Il principe Djedefra si reca dal mago e gli chiede di accompagnarlo a corte dove il Sovrano é
ad attenderlo.
Keope appare subito affascinato dalla personalità del mago, dalla sua saggezza e sicurezza e dalla veneranda età:  centodieci anni.
Gli fa subito una domanda:
"Sai davvero riattaccare una testa mozzata?"
Alla risposta affermativa del mago, il Sovrano ordina di  far decapitare un prigioniero, ma il mago si oppone:
"No! - dice - Non un essere umano, mio Signore, perché é vietato fare una cosa simile al gregge sacro di Dio."
Il Sovrano accondiscende e fa portare un'oca a cui é stata mozzata la testa; ilmago la riattacca e la riporta in vita. Non ancora convinto, Keope fa portare un bue e il risultato é lo stesso. A questo punto il Sovrano gli  chiede:
"Quante sono le Camere Segrete di Thot?"
Djeda gli risponde di non saperlo,  ma che una possibiloità esiste per scoprirlo:
"Al Tempio di On (Eliopoli) è custodito uno scrigno di selce contenente l'informazione." dice.
Come andò a finire?
I messi del Sovrano non trovarono nulla al Tempio: qualcuno li aveva preceduti ed aveva trafugato lo scrigno e il suo prezioso contenuto.

Chi volesse avere ulteriori notizie al riguardo, potrebbe leggere il libro storico-fantasy
"DJOSER e i Libri di Thot"
di Maria Pace - Editrice  MONTECOVELLO

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