ROMA... il nome della Città Eterna

ROMA... il nome della Città Eterna



ROMA...  da dove ha preso il suo nome la Città Eterna?

Comunemente lo si fa derivare dal nome di Romolo, il suo fondatore.
In realtà, la provenienza di questo nome é controversa.
Alcuni studiosi lo fanno derivare dal termine etrusco  Rumon, ossia Fiume e dunque:    Città del Fiume.
Secondo altri, dall'osco Ruma, cioé Colle e dunque: Città del Colle.
Ma anche da  Rumina   o  Rumia,  Divinità antica protettrice dei bambini e degli agnelli.

Secondo la leggenda più accreditata a fondarla fu Romolo.
All'epoca era un pastore diciottenne che con il fratello Remo decise di fondare una città.
Fu scelto il posto dove i due erano stati esposti e salvati e per decidere quale dei due dovesse regnare sulla città, si affidarono al responso degli Auguri, ossia del  voli degli  uccelli.
Romolo si pose sul Palatino e Remo salì sull'Aventino e precisamente sul Saxum Sacrum e fu questi ad avvistare per primo sei avvoltoi.
Romolo ne avvistò dodici, ma dopo il fratello.
Ne nacque una discussione seguita da una rissa che coinvolse i seguaci di entrambi i fratelli.
Remo restò ucciso da uno dei Celeres, i 300 cavalieri al servizio di Romolo.
In onore del fratello, che fece seppellire proprio sul Saxum Sacrum e per espiarne la colpa, Romolo istituì ( ci dice Ovidio nei suoi Fasti ) la festa Remaria.


Conosciamo tutti la storia di Romolo e Remo, ma per chi l'avesse dinenticata, eccola qui.
Erano figli di Rea Silvia, figlia del  Re di Albalonga, discendente di Enea,  e di Marte, il Dio della Guerra.
Rea Silvia, però, era una vestale ed aveva infranto il voto di castità, per il qual reato era prevista una terribile morte: sepolta viva.
I due neonati le furono sottratti e condannati ad essere esposti.  
Posti dentro una cesta, i due gemelli furono abbandonati in balia delle acque delTevere. Dopo un lungo percorso, la cesta raggiunse la palude del Velabro e si fermò tra i canneti nei pressi dell'antro del Fauno Luperco (che tiene lontano i lupi), proprio davanti ad un grosso fico: il Ficus Ruminalis.
Una lupa si avvicinò alla cesta con i due gemelli ma, invece di sbranarli, li accolse nella sua nidiata, li nutrì e li accudì. Fino a quando Faustolo,pastore del nuovo Re di Albalonga, non li trovò e li portò da sua moglie Acca Laurenzia che li allevò assieme ai propri figli: i 12 Arvali, sacerdoti di divinità agresti.
Fu Acca Laurenzia ad imporre ai gemelli i nomi di Romolo e Remo