Il velo della vestale Emilia

Il velo della vestale Emilia

Secondo la tradizione fu Numa Pompilio a far costruire il Tempio di Vesta, Signora del Focolare domestico e del Focolare della città, l'Atrium Vestae.
Annesso al Tempio sorgeva anche la Casa delle Vestali che ospitava sei Vestali. Queste erano Sacerdotesse  il cui compito  era quello  di custodire il Focolare Sacro della Città.
Lasciar spegnere il Fuoco Sacro era presagio di eventi funesti e la colpevole veniva punita con la fustigazione.
Si racconta che la Vestale Massima Emilia (corrispondente un po' alla Madre Superiora di un moderno Convento)  avesse affidato il Fuoco Sacro alle cure di Giulia, una giovanissima novizia che lo lasciò spegnere, vinta da un colpo di sonno.
Il Pontefice Massimo ordinò di condurre la giovanissima Vestale davanti all'altare di Vesta dicendo che soltanto la Signora del Sacro Focolare avrebbe potuto salvarla.
La vestale Emilia, allora, si tolse dalle spalle il candido mantello e lo gettò  sopra  le ceneri del fuoco ormai spento e  si prostrò in ginocchio ai piedi dell'Ara mentre Giula, la piccola novizia,  si scioglieva in lacrime pentimento.
Dopo trepidi ed angosciosi momenti di preghiera, ecco che il velo prese a muoversi e ad odeggiare leggemente sopra il braciere, mentre  una tenue fiammella si accendeva tra la cenere.
Il Fuoco Sacro tornò a scoppiettsre: Vesta aveva accolto le preghiere e le lacrime delle sue Figlie.