Cap. IV - ultima parte

Cap.  IV  -  ultima parte

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Era ancora chiaro, ma il tramonto era prossimo quando il professore ed Hammad rientrarono da Il Cairo. Avvertito dell’incidente, Alessandro si recò subito dalla sorella.
“Come sta?” continuava a chiedere ad Alì che lo accompagnava.
“Adesso bene, ma c’è una sorpresa.”
“Come può star bene chi è stato morso da uno scorpione?”
“Per fortuna c’era Osor con noi.” replicò il ragazzo.
“Chi è costui?” domandò il professore
“Ehhh!... è questa la sorpresa. E che sorpresa!”
“Oh! – interloquì Hammad, che li seguiva di un passo – E’ molto misterioso, il mio ragazzo, oggi.”
“Mai quanto la sorpresa che vi attende… ehhh!”

Trovarono Isabella che stava riposando; nel sentirli arrivare la ragazza riaprì gli occhi.
“Ehi, piccola! Mi hai fatto prendere un bello spavento… Come stai?”
“Non potrei stare meglio, fratellone. Grazie a lui.”
Isabella indicò Osor in piedi in fondo al letto, gambe divaricate e braccia incrociate sul petto. Alessandro si girò verso di lui.
Sfingeo nella sua immobilità, straordinario nelle proporzioni del fisico, Osor  catturò immediatamente l’interesse del professore. Qualcosa, però, nella figura di Alessandro, dovette indurre nella creatura una qualche parvenza di emozione, poiché un barbaglio inquieto si levò dal suo sguardo d’aquila.
Alessandro tese in avanti la destra.
“La mano, Osor. Stringi la mano a mio fratello.” intervenne la ragazza.
Osor ubbidì e la mano del giovane parve stritolarsi nella morsa d’acciaio delle sue dita; il professore ebbe una smorfia di dolore.
“Ehi, ma chi è questo Titano?” esclamò tentando, invano di liberarsi della stretta.
“Lascialo. – intervenne ancora la ragazza che proseguì, rivolta ad Alì – Prova a dirgli tu chi è Osor e da dove viene.”
“Questi due nascondono qualcosa. – sorrise Hammad, facendosi avanti. Chi è questo aitante giovanotto?”
“Chi è? Ah.ah.ah… E’ Osor. E’ il Guardiano della tomba della principessa Nefer, ma… cosa sia – aggiunse dopo una pausa assai eloquente – proprio non lo so.”
“E’ un altro dei vostri scherzi?” domandò ancora l’assistente del professore.
“Niente affatto! – spiegò il ragazzo – E’ proprio il Guardiano della tomba. Non lo riconosci?... Non riconosci la statua che stava nella cripta?”
“La statua misteriosamente scomparsa?”
“Proprio quella. Ha preso il volo, ma rieccola qui!”
“Basta con gli scherzi. – interloquì Alessandro – E tu, giovanotto… non dici nulla? Sei un nuovo operaio? Ti manda la “Fondazione Ramses” di Londra? Chi sei? Vuoi rispondere?”
“Io sono Osor, Guardiano della Soglia. –  cominciò a recitare la formidabile creatura – Sono io che respingo i profanatori della dimora della mia signora. Sono io che con il tocco della Morte Incognita di cui è dotata la mia mano, punisco gli empi.”
“Basta, ragazzi…”
“E’ la verità, professore. – disse Alì, diventato serio – Non comprendiamo cosa sia successo, ma lui è proprio quello che dice di essere. Toccagli il petto: non  c’è battito cardiaco e neppure il polso ha battito… Forza, toccalo. Toccatelo.”
Un attimo di titubanza, nel professore, prima di tendere la mano verso il largo petto della creatura; lo stesso fece Hammad.
Nulla. Non c’era nessuna delle attività che indicano la vita.
“E questi fori nella tunica? – incalzò Isabella – Gli hanno sparato, a Nedinet Habu. E’ stato un uomo della banda di Abdel il Rosso. Avreste trovato le nostre carcasse ad essiccare al sole se Osor non ci avesse fatto scudo con il suo corpo.”
“Che spettacolo! – incalzò Alì – Le pallottole lo hanno attraversato da parte a parte. Che spettacolo, ragazzi! E quei banditi?... se la sono data a gambe, ah.ah.ah…”
“Davvero non si tratta di uno scherzo? – Hammad tornò a tastare il petto della creatura – Per la potenza di Allah! Non è possibile! – ritirò la mano, con la sensazione di chi è ubriaco senza aver bevuto – Che cosè, allora?”
Alì si strinse nelle spalle e Isabella scosse il capo; Alessandro tornò a fissare la creatura 
“Il Guardiano della Soglia! Colui che colpisce i profanatori con il tocco della Morte Incognita..” recitò scettico Alessandro, ma Hammad lo interruppe:
“Il Guardiano della Soglia – disse – Si chiamava così Bes, Signore del Sonno e del Riposo.”
“Bes? – Alì scambiò un’occhiata con la ragazza – Lui  ha parlato di Bes. Ha detto d’essere il sacerdote del Deforme Bes.”
“Il Deforme Bes! Ma certo! – disse Alessandro con una risata tirata e nervosa, per nascondere l’emozione, ma tornò serio – Lui potrebbe essere, per quanto inverosimile appaia, il testimone della potenza degli antichi sacerdoti egizi… per quanto paradossale…”
“Che vuol dire: testimone della potenza..” fece Isabel, ma Hammad:
“…che questa creatura  potrebbe essere un prodotto del potere occulto degli antichi sacerdoti egizi, capaci di manipolare la materia.” spiegò.
“Ma è straordinario! Significa che gli antichi sacerdoti egizi possedevano cognizioni che la moderna scienza non ha ancora scoperto?”
“Forse… in parte. – convenne Alessandro – Sapete cosa conteneva il sacchetto che quella statua… Santo Cielo… che Osor teneva in mano?... – Alessandro fece seguire una pausa carica di emozione – Materiale radioattivo. – disse infine – Uranio. La Morte Incognita non è altro che un sacchetto di materiale radioattivo.”
“Cooosa? – fecero in coro i due ragazzi - Stupefacente!”
“Forse no! Quei grandi costruttori di Piramidi, quegli straordinari osservatori di ognuno dei fenomeni della natura, conoscevano gli effetti della radioattività e se ne servivano per proteggere le tombe dei loro Re.”
“Chissà quali e quanti segreti sono nascosti sotto queste sabbie e dentro queste rocce.” commentò Alì.
“Segreti che Osor potrebbe svelarci. - replicò Isabella - Sapete che cosa significa tutto questo?”
“Diamine, se lo sappiamo! – esclamò Alessandro – Ma che cosa ne sarebbe di lui se tutto questo diventasse di dominio pubblico?”
“Per questo non ne abbiamo fatto parola con nessuno. – spiegò Alì – Per proteggerlo.”
“Per farlo, però, - replicò il professore – dobbiamo saperne di più sul suo conto. Chi è, veramente, Osor?”
“Io ho fatto un sogno strano. – disse la ragazza – Osor mi ha portata indietro nel tempo toccandomi la fronte col suo indice.”
“Per tutti i diavoli!” proruppe il professore.
“Io potrei tornare indietro e scoprirlo.” gli fece eco la ragazza, ma la voce inaspettata di Osor, che per la prima volta parlava senza essere interpellato, dirottò verso di lui l’attenzione di tutti.:
“Non chieda troppo al Destino, la mia signora, o morirà ad età non conveniente.” recitò.
“Sta dicendo che è pericoloso tornare laggiù.” disse Alì.
“Ha ragione lui.- convenne Alessandro – La casta dei cherwebb, i sacerdoti  egizi di massimo grado, era assai potente e pericolosa.”
“Non sono sprovveduta né ingenua.- replicò la ragazza – Io saprei…”
“No! – la interruppe perentorio il fratello – Nulla si poteva fare allora che non fosse gradito a quella potentissima casta  e nulla potresti fare tu, oggi. Il loro potere era assoluto: la conoscenza era tutta nelle loro mani e ogni decisione, politica o sociale, era infarcita di teologia…. Erano i Sacerdoti che facevano nascere e morire Dei e Dinastie di Faraoni.”
“Capisco. Io, però, voglio tornare lo stesso laggiù.”
“Ne parleremo più tardi, ora dovresti riposare.”
“Ahhh!... – sbadigliò la ragazza – Hai ragione.  Sono stanca ed ho sonno. Alì mi ha dato un intruglio da bere…”
“… che ti farò dormire come un angioletto.” sorrise il ragazzo, poi seguì il professore che stava dirigendosi verso l’uscita.