Un'ora!
Questo il tempo stabilito per permettere ai due ambasciatori di lasciare il campo e raggiungere le proprie postazioni ed agli uomini di Rashid di prepararsi all'attacco.
Sir Richard propose di mettere al riparo nel fortino donne e bambini, ma Zaira si oppose e lo stesso fecero Letizia e Jasmine, le quali si dissero pronte ad aiutare le donne incinte, una mezza dozzina con Fatima e i bambibi qualora ve ne fosse stato bisogno, preferendo restare tutte sotto la tenda di Alina; Jasmine e Letizia, inoltre, chiesero ed ottennero un fucile. Zaira, invece, sulle prime rifiutò, accennando alla tigre che le trotterellava accanto, ma poi anche lei chiese una carabina.
Nel consegnargliela, sir Richard le sfiorò teneramente la mano; la ragazzza fremette. Si sollevò sulla punta dei piedi e lo baciò sulla guancia. Il lord, però, sotto l'impeto di una passione troppo a lunga trattenuta, l'avvinghiò a sé con il braccio libero, l'altro reggeva un fucile pronto all'uso, la baciò appassionatamente.
"No!"
Zaira si sciolse all'abbraccio con espressione quasi terrorizzata in volto; il lord fece l'atto di replicare, ma una scarica violentissima di fuoco, all'esterno, proveniente dal limitare del campo, lo spinse di fuori e lo condusse, di corsa, oltre la Fontana del Fico e le palme che circondavano l'oasi.
Vi trovò Harith ed Ashraf, il fratello minore di Ibrahim con un gruppo di uomini appostati dietro fusti di palme e i ruderi del fortino.
"Al riparo. - gli gridò Harit - Al riparo, sir!"
Il lord cercò riparo dietro una palma.
"Che cosa è successo? - domandò - Il tempo stabilito per l'inizio delle ostilità era di un'ora e non è ancora trascorso."
"E' stato Ben. E' un uomo senza onore!" scandì a dentri stretti lo sceicco.
"Appena messo piede nella sabbia - interloquì Ashraf - quel serpente di un Kaza ha dato il segnale d'attacco ai suoi uomini appostati laggiù, nella speranza di coglierci impreparati."
Il giovane tese un braccio in direzione di un gruppo di cammellieri dagli svolazzanti mantelli color dattero. Avanzavano compatti, in una nuvola di polvere iridescente e nel frastuono assordante di una rabbiosa scarica di fucili. Sempre al galoppo coprirono i primi trecento metri del mezzo miglio che li separava dall'oasi.
"Dov'é Rashid? - domandò l'inglese puntando la sua carabina sul gruppo in movimento - Dove sono Rashid ed Ibrahim?"
Gli rispose, proveniente dalle spalle dei cammelli al trotto serrato, un urlo che gli gelò il sangue nelle vene: lo conosceva perfettamente, quell'aggliacciante suono , ma, come sempre, gli percorreva la schiena con un brivido incontrollato.
Era il grido d'attacco del grande predone di Ar-Rimal.
Rashid e i suoi uomini apparvero all'improvviso, sciamando lungo i viottoli che il vento continuava a incidere sulla superficie delle basse dune, come un esercito di termiti guerriere fuori del territorio. Erano più di cinquanta e piombarono con furia incalzante sugli uomini di Ben.
"Ecco dove sono! - esclamò il lord montando a cavallo e spronandolo sulla scia di Harth e Ashraf i quali si erano già lanciati in avanti - Ecco dov'é quel diavolo di un predone. Ah.ah.ah... - ghignò soddisfatto - Non smentisce per nulla la sua fama... il Leone del deserto. Quel povero Ben è una quaglia che finirà presto nel carniere del rais dei Kinda.. Oh! - di colpo si lasciò sfuggire un'esclamazione soffocata. - Oh! Amud!... Quello è il cavallo di Amud... E' imbizzarrito e sembra ferito.. Forse... forse è ferito anche Amud..."
C'era il cavallo di Amud ad una decina di metri da lui e correva all'impazzata.
Il lord s'avvide subito che il cavaliere era in difficoltà; pochi minuti e vide il cavallo trascinanrsi dietro, sul suolo sabbioso e ciottoloso, il corpo disarcionato del suo cavaliere.
Spronando il cavallo in quella direzione, l'inglese puntò la sua carabina e pum, pum, pum... fece tre volte fuoco: la staffa che teneva prigioniera la gamba del giovane figlio dello sceicco Aws cedette e Amud fermò la sua corsa.
Accerchiati dagli uomini di Rashid e da quelli di Harith, gli assalitori, intanto si erano arresi quasi tutti, eccetto un paio di uomini che continuavano ancora a sparare.
Raggiuntp il giovane Amud disteso per terra, sir Richard smontò di sella, lo sollevò e lo issò sul suo cavallo, poi montò dietro di lui; d'intorno, alcuni feriti gemevano e si trascinavano e i loro animali correvano lontano all'impazzata; un cammello quasi travolse il suo cavallo.
L'inglese evitò lo scontro, poi puntò in direzione dell'oasi e lanciò il cavallo al galoppo serrato.
Un fischio ed un lampo accecante davanti agli occhi, all'improvviso, cui seguì una sensazione dolorosa e inattesa nel cervello, poi il lord s'accasciò sul ferito, davanti a sé, e si lasciò trasportare dal cavallo.