Cap. VIII - parte terza

Cap. VIII - parte terza

                                              

Nonostante il sole si fosse già alzato, la luce non superava l'intensità del crepuscolo;  appoggiata alla staccionata, all'interno del recinto dei cavalli, Jasmine, il mattino del giorno dopo, osservava i cavalli al galoppo e dalle criniere al vento, che riempivano l'aria di nitriti.
La principessa di Shammar amava i cavalli; era cresciuta tra  cavalli, che avevano nutrito i suoi primi sogni di fanciulla, che si attardavano con lei prima di porre la guancia sul cuscino e con lei si svegliavano al mattino col primo battito di ciglia.
Koal, lo splendido baio, dono di Rashid, scalpitava sotto la sua carezza, tendendo la bella testa nobile e fiera.
Le dicevano tutti che era proprio un bel  cavallo, anche Alì, uno dei giovani addetti al  governo di quegli splendidi animali, che lo aveva condotto, trotterellando, fino allo steccato.
Le frogi frementi, i grandi occhi spalancati,  il collo dal lucido pelo raso, Koal mostrava  di gradire davvero le sue carezze e Jasmine correva da lui tutte le volte che poteva,  soprattutto al mattinoi, quando il silenzio, rotto solo da nitriti e scalpittii di zoccoli, avvolgeva ogni cosa.
"A me pare che il tuo cavallo ti stia chiedendo di fare una bella galoppata... Perché non lo accontenti?"
La voce ferocemente ironica di Selima la sorprese sgradevolmente alle spalle. Si girò; Kaol  aveva smesso di nitrire.
Selima, la Favorita del suo Rashid, la fissava, al di là dello steccato, con un sorriso sottilmente e femminilmente perfido ed ironico.
"Selima. - esclamò - Selima. Che cosa vuoi?... Che cosa ci fai qui a qust'ora del mattino? Tu ti muovi con il favore delle tenebre."
"Ah.ah.ah! - rise la ragazza - Non ti rode lo spirito, il fatto che nessuno presti fede ai tuoi vaneggiamenti, principessa? Ah.ah..." il rancore le spezzava la voce.
"Io so che sei stata tu, Selima e questo è quello che conta!"
"Prova che sono stata io a conficcarti quello stiletto nella spalla.. ah.ah.ah..." continuò, l'opulento corpo scosso dall'isterica risata.
Quell'ilarità, però,  durò poco:  l'arrivo improvviso di Rashid che si fermava alle sue spalle,   in sella al suo cavallo.
"Mattiniere, le mie ragazze. -  esclamò il giovane smontando e legando allo steccato il cavallo, accanto a Selima.
"Rashid, mio signore..."
Selima  si sporse verso di lui.
"Allah sia con te, Selima. - il giovane  conteso bel predone  gratificò di un sorriso colei che ormai da tempo non considerava più la sua Favorita; attraversò lo steccato e raggiunse la principessa - Vieni, mio tesoro. Sembra che Koal voglia invitarti ad una bella galoppata.   -  disse: quasi le stesse parole di Selima - Anch'io, però, ho un invito per te."  continuò, passandole un braccio intorno alla vita e sostenendola,  affinché non incespicasse nel   suolo   di sabbia e ciottoli.."
Si allontanarono, Rashid e Jasmine, seguiti dallo sguardo di Selima carico di rancore e  lui la guidò verso il cancello di tavole inchiodate, che con premura le tenne aperto, nell' aiutarla ad oltrepassarlo.
Jasmine, però, si fermò;  tese la mano verso una di quelle tavole e vi si attaccò   saldamente.  Lo sguardo sollevato  su di lui, un po' stupita ma anche spaventata perché lui  non l'aveva  ancora sfiorata nemmeno con una carezza, Jasmine lasciò andare i lembi del velo color avorio pallido che le cadde sulle spalle, mostrando lo splendore perlaceo-dorato del   bellissimo    volto dalle linee pure e delicate.
"Dove mi porti?" domandò.
"Non lontano. -  rispose semplicemente Rashid, indicando un crostone dei brevi   monti   calcarei che profilavano Sahab a nord-ovest - Non lontano. " ripeté,  prendendola per  la   vita e issandola in sella a Daysi, il suo celeberrimo cavallo, poi montò dietro di lei e  lanciò il  cavallo  al galoppo in quella direzione.
La cavalcata durò poco; raggiunte le pendici dei monti, Rashid fermò il cavallo, smontò  ed aiutò Jasmine, che fece l'atto di prendere la parola.
"Dobbiamo solo aspettare." la prevenne lui, tuffando lo sguardo nella magia di quello di lei, verde e scintillante come purissimi smeraldi, in cui brillava la fiamma d'amore che lui aveva acceso.
Gli occhi di Rashid, profondi ed irrequeti, da uccello predatore, la fissavano con passione impetuosa  e desiderio furiosamente controllato: un silenzio carico di eccitazione trattenuta era calato su di loro, imobili e ammutoliti, come in attesa di qualcosa.
Proprio quando lei si scosse, quasi sgomenta di quell'insolito  silenzio, ecco due aquile comparire nel cielo in un volteggiare potente e maestoso. Un maschio e una femmina.
"Aquile! Signore del cielo! - esclamò Rashid - Guarda, Jasmine, con quanta sublime grazia e maestà volano nel cielo."
Con occhi sgranati, i due giovani seguirono il maschio che si alzava più in alto per poi lanciarsi in picchiata verso la femmina, quasi per attaccarla; videro quella compiere un largo volo in rovesciata con gli artigli rivolti verso l'alto.
"Precipiterà... - si sgomentò Jasmine - Si sfracellerà sulle rocce."
"No, tesoro mio! - Rashid sorrise e l'attirò a sé - E'  la "Danza delle aquile". E' il  rituale di accoppiamento." spiegò, chinandosi a deporle un bacio sui capelli.
Tornarono a guardare verso l'alto con il cuore il gola e lo stupore negli occhi.
Il maschio aveva raggiunto la femmina; i suoi artigli cercarono quelli della compagna e  si intrecciarono con essi e qualcosa di prodigioso accadde: così legate, le due aquile si lasciarono precipitare giù. Lentamente. Dolcemente. Vorticosamente. Girando su se stesse.
"Precipiteranno..." si angosciò Jasmine.
Non precipitarono. A pochi metri dalla protuberanza rocciosa, le due aquile si staccarono l'una dall'altra, ebbero un'impennata e tornarono verso l'alto. Ripeterono la straordinaria evoluzione quattro o cinque volte, poi si allontanarono e scomparvero nel cielo.
"Quando il rito sarà completato e l'accoppiamento avvenuto, quelle due aquile non si separeranno fino alla morte." disse Rashid, mentre la sua mano grande, forte, protettiva e possessiva cercava quelle di lei, poi si chinò a cercare la sua bocca che trovò, per la prima volta, pronta a ricevere la sua e si saziò di baci;  si sciolsero, infine,  dall'abbraccio e voltarono  le spalle ai monti. Rashid  sollevò Jasmine in sella e montò dietro di lei.
"Sono commossa!" Jasmine posò la testa sulla  spalla di lui e si  abbandonò nelle sue braccia,  assecondando i movimenti del cavallo e offrendo il bel volto al vento che le colorì e tonificò le guance; lui le sfiorò la nuca con le labbra.
"Posso offrirti del caffè, Rashid? - chiese lei d'un tratto - Con ciambelle al miele."
"Ne sto già pregustando la dolcezza... - sorrise lui -  ma c'è una sorpresa che ti aspetta prima del caffè." aggiunse in tono misterioso.
"Una sorpresa?"  domandò lei girando il capo e incontrando con le labbra la mascella di lui, energica e forte, sottolineata da un cenno di barba; anche Rashid girò il capo e le labbra si  sfiorarono.