Cap. VIII - quarta parte

Cap.  VIII  - quarta parte


Rashid spronò il cavallo; raggiunte le prime tende di Sahab puntò in direzione della tenda che Jasmine divideva con Zaira.
"Qualcuno ci ha preceduti. - disse - Non senti che profumo di caffé?"
"Delizioso! - assentì Jasmine annusando l'aria con gesto che sollecitò il sorriso divertito  del rais;  tendeva verso di lei le braccia per aiutarla a smontare e la sorresse con dolce lievità, mentre la deponeva a terra con delicatezza, come  un prezioso tesoro - Delizioso anche il profumo di ciambelle. Sembrano ancora sfrigolare sul fuoco... Devono essere state la piccola Agar e Zaira..."
La sorpresa, però, non era il caffé e neppure erano le ciambelle, anche se caffè e ciambelle posavano su un prezioso tappeto steso al suolo su un altrettanto preezioso vassoio d'argento.
La sorpresa era il giardino che pareva aver preso vita sotto la tenda, attorno al prezioso tappeto: un trionfo di colori e profumi.
Jasmine si fermò come trasognata sull'imbocco della tenda, dai lembi sollevati per rendere più spettacolare l'effetto.
"OH!" esclamò,  sopraffatta dall'emozione; Rashid  guardava  il suo incantato stupore come si guarda un prodigio, poi le circondò le spalle.
"Ho fatto arrivare da Wakra i fiori del tuo giardino di Doha: rose rosse, orchidee  bianche, azalee cremisi, azzurre ortensie e verdi rampicanti. - la condusse al centro di quello straordinario "giardino", le prese il bel volto tra le mani  - Ci siamo rubati il primo bacio di nascosto, a Doha, fra questi fiori... Ricordi, amor mio? - sussurrò con tanta dolcezza che a Jasmine il cuore parve scoppiare nel petto - Vuoi sposarmi, Jasmine?"
"Sì!"
Un monosillabo che era più forte e saldo dell'anello più saldo della più solida delle catene e i loro sguardi si incontrarono, le labbra si avvicinarono, ma una voce allarmata ruppe l'incanto:
"Rashid!... Rashid!"
Si portarono fuori della tenda; era Ashraf, il fratello di Ibrahim.
"Stanno arrivando." disse.
"Chi sta arrivando?" domandò Jasmine.
"Gli Aws - rispose il grande predone-  Li aspettavamo. Rivogliono Fatima...  Il matrimonio   della figlia dello sceicco degli Aws con il cugino dello sceicco dei Kinda, per gli Aws non è valido né accettabile... Lo sceicco degli Aws vuole che  sua figlia sposi lo sceicco dei Kinda."
"Che cosa  accadrà, adesso?"
"Penso ad Ibrahim ed alla morte dello sceicco Feysal della tribù dei Kaza.... Si sono alleati agli Aws."
"Ma Ibrahim non è colpevole." replicò lei.
"Ho ascoltato i membri della Delegazione che i Kaza hanno inviato ad Harith: vogliono Ibrahim."
"Non lo consegnerete, vero?"
"Certamente no! - seguì una pausa che il rais riempì con un sospiro - Ciò che mi rende perplesso è l'audacia di Ben. Prima rifiuta di pagare il tributo, respinge gli emissari, maltratta i nostri ambasciatori e infine osa reclamare il sangue di qualcuno che è stato lui ad affendere... Ed ora si allea con gli Aws."
"Ben è un giovane pazzo e irresponsabile."
"Irresponsabile, sì! - fece Rashid scuotendo il capo - Mi basterebbe alzare una mano per spazzare dalla sabbia del deserto lui e la sua tribù. - ancora una pausa, per schiarirsi la voce e controllare la collera - Non voglio farlo, ma la sua tracotanza va punita. Penserò a lui dopo il Consiglio."
"Ben è uno sciocco a sfidare la tua collera."
Jasmine tornò a sfiorargli la nuca con gesto dolce, ripetitivo; le dita si insinuarono nella  massa  contorta e ribelle dei capelli. Non erano morbidi come i suoi, si sorprese a pensare, ma era eccitante toccarli e lasciarli scorrere tra le dita e anche lui doveva provare piacere a quel contatto, si compiacque, perchè lo sentiva fremere.
"Se ancora non sono intervenuto è soltanto per il rispetto che nutro per  la madre di Ibrahim, che è nata nella tribù dei Kaza." diss'egli.
"Alina?" stupì Jasmine; l'altra mano smise di toccare i fiori di quello splendido "giardino".
"Senti ancora tanto dolore alla spalla?" domandò lui, sentendola rigida nel piegarsi.
"Soltanto nei gesti bruschi. - rispose lei, poi aggiunse - Povera Fatima. Questa storia di sangue ha macchiato la sua veste nuziale."
"Sì! Povera Fatima." Rashid raccolse con l'indice e il medio il mento di lei  arrotondato e levigato e lo guidò verso le sue labbra.
"Quel Ben non vorrà costringere Ibrahim a ripudiare Fatima e  sposare sua sorella Kassida.. che si dice anche lei promessa di Ibrahim?"
"No!  Credo che siano altri i loro piani... piani di Ben ed Amud:  Ben  vorrà assicurarsi l'alleanza degli Aws dando in sposa  sua sorella Kassida a un membro influente della tribù... allo stesso Amud, forse. - spiegò, poi, avvolgendola con uno sguardo che era una promessa e una carezza, continuò  - Una cosa è sicura:  Ibrahim non si lascerà portar via la sua donna e nessuna donna prenderà il posto di Fatima accanto a lui, come nessuna donna potrebbe mai prendere il tuo posto accanto a me, Jasmine." le sussurrò con tanta dolcezza e tenerezza che a Jasmine il cuore parve volerle scoppiare nel petto.
Lei si girò a guardare i suoi occhi, neri e profondi, in cui parevano essersi concentrati tutti suoi sentimenti; lui restituì lo sguardo, travolto dalle stesse emozioni e l' attirò nell'incavo delle braccia. Dalla forza con cui lui la stringeva, Jasmine comprese quanto indifesa e vulnerabile fosse nelle sue braccia, ma dal modo in cui la guardava, capì di esser nata soltanto per lui.
"Perdonami, mio tesoro. - Rashid, infine, si sciolse dall'abbraccio - Mi piange il cuore a doverti lasciare proprio adesso, ma devo andare...  devo proprio andare."

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La nuvola di polvere s'era fermata all'orizzonte, a mezzo miglio dalle palme dell'oasi. Un centinaio, almeno, avevano riferito gli  uomini di vedetta di Rashid, tra cavalieri e cammellieri.
Rashid aveva raggiunto la tenda del suo sceicco e vi aveva trovato ad espettarlo tutti i suoi uomini, assieme ad  Ibrahim e sir Richard, armati di tutto punto e pronti a sostenere l'attacco.
Non attesero molto. Dal grosso drappello si staccarono una mezza dozzina di uomini, due cavaliere e quattro cammellieri.
Rashid, in piedi davanti alla tenda del suo capo, riconobbe subito il mantello color dattero di uno dei due cavalieri.  Era Amud, figlio di Feysal, sceicco degli Aws e l'altro cavaliere, pensò il rais dei Kinda, doveva essere Ben, figlio dello sceicco dei Kaza, ora alleati    contro   i Kinda.
Chiedevano di parlamentare e raggiunsero la tenda di Harith scortati da una dozzina di uomini di Rashid.