Cap. XII - parte seconda

Cap.  XII   - parte seconda

"No! - la voce di Letizia alle spalle di Rashid lo fece volgere - Jasmine è una sorella per me. Andate e riportatela  a casa... Noi, donne di Sahab, siamo tutte in grado di difenderci e difendere anziani e bambini!"

Harith le si avvicinò, la prese tra le braccia, poi sollevò il capo e lo sguardo in direzione del suo rais:

"Hai sentito? - disse con malcelato orgoglio, accarezzando il capo ancora velato della sposa - Le donne di Sahab hanno parlato pee bocca della sposa del capo! E tu, amore mio... - lo sceicco si allontanò di qualche passo con lei - Ti ricompenserò di tanto sacrificio, amore mio." esclamò con enfasi; Letizia sorrideva; le giunse anche la voce di Rashid, rotta d'emozione.

"Letizia... io..."

"Riportate presto la principessa Jasmine a casa!" sorrise e si sciolse dall'abbraccio del suo sposo. 

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L'alba.
Nonostante il sole non si fosse ancora levato, il primo chiarore del giorno era apparso all'orizzonte. Dopo il clamore della festa, tutto era avvolta nel silenzio.
Quattro cavalieri armati fino ai denti si staccarono dall'oasi di Sahab. Erano Rashid, sir Richard, Harith e Ibrahim. Raggiunsero il pozzo di Rebek prima di sera e piombarono sul campo dei Kaza con l'impeto del sam.
Le tende erano vuote. I beduini erano riuniti al centro del campo per la cerrimonia funebre del vecchio Feysal.
Dall'alto della sella del suo scalpitante cavallo Rashid tuonò, con voce terribile:
"Dov'é Ben Hassad?"
Nel profondo silenzio che ne seguì, più profondo del silenzio stesso del deserto, un vecchio si staccò dal gruppo e si fece avanti.
"Ben Hassad non è più qui. - disse - E' stato scacciato perché ha violato le leggi, causando la morte di suo padre, Feysal. Il cady non ha voluto metterlo a morte, ma lo ha espulso dalla società."
"Dov'é  andato?" domandò Rashid.
Il vecchio allargò le braccia.
"Il deserto è grande. - esclamò con fatalismo -  Gli abbiamo dato un cammello, acqua e provviste.  Si unirà a qualche gruppo di pastori."
"Qualcuno è con lui?" domandò ancora Rashid.
"Lo hanno seguito due fratelli... nessun altro ha voluto farlo." precisò.
"Si sarà unito al vecchio Abul.  - Rashid si girò in direzione di Harith, al suo fianco, poi nuovamente verso il vecchio - Noi crediamo che possa unirsi al gruppo di pastori ch avete già espulso."
"Con Ben Hassad è la prima volta che noi Kaza cacciamo qualcuno dalla tribù." disse l'altro.
"Stai mentendo?" s'incupì il rais.
"Non oserei mai farlo." esclamò l'altro con espressione preoccupata.
"Solo venti giorni fa un gruppo di pastori si è presentato a Sahab asserendo di essere stati scacciati dalla vostra tribù."
"Ripeto che nessuno, all'infuori di Ben, è stato mai mandato via dalla tribù dei Kaza."
"Quei pastori hanno rapito la mia donna." proruppe cupo Rashid.
"Son certo che Ben ne sia estraneo. - ribadì l'altro - Ha molte colpe, ma non questa."
Uno sguardo d'intesa corse tra Rashid e sir Richard.
"Credo che questo vecchio sia in buona fede. - interloquì sir Richard; neppure lui era sceso di sella - Ora sappiamo che quei pastori erano spie di Hakam... - una pausa per guardarsi intorno, poi proseguì - Quell'avvoltoio deve essere venuto a conoscenza dell'alleanza che Ben Hassad voleva stringere con i Qaathan ed ha cercato di sfruttare la situazione."
"Che cosa facciamo, adesso?" domandò Ashraf, alle loro spalle.
"Inseguiremo i rapitori." rispose Rashid senza girarsi.
"Il deserto è così grande. - replicò Ashraf - Quale pista prenderemo?"
"Ci sono solo due piste. - replicò il rais - Una porta a Doha e l'altra alla costa, a Ru'ays. Prenderemo quella per Ru'ays, che è la più corta e che sarà quella che certamente hanno preso anche loro."


Rashid aveva ragione ed a confermarlo fu un gruppo di pastori al primo bivacco che incontrarono poco prima del tramonto.
Erano un decina di uomini e una dozzina o poco più, fra donne e bambini. Altri sette o otto, sedevano sulla sabbia giocando a conchiglie; chiusi nei mantelli bianchi, le lunghe dita adunche, nere e sottili si muovevano solerti nelle buche, sette file per quattro, in ciascuna delle quali c'erano delle conchiglie.
Uno di loro si alzò all'arrivo dei cavalieri.
"Allah sia con voi!" salutò Rashid.
"Sia anche con voi. - rispose quello - Se volete accettare il nostro caffè, siete i benvenuti."
"Ve ne saremo grati."
Rashid, subito imitato di compagni, smontò di sella, legò il cavallo ad un piolo della tenda e sedette accanto ai giocatori.
Una ragazza, completamente sepolta in un burqa, si avvicinò con del caffé ed il rais fu subito attirato dal bracciale che questa portava al polso del braccio sinistro e l'afferrò per il braccio.
La ragazza si ritrasse spaventata.
"Chi ti ha dato questo bracciale?" domandò Rashid trattenendola con la sua morsa d'acciaio.
"Me lo ha donato una ragazza." mormorò quella, atterrita dal tono e dal gesto.