CAPITOLO IV - IL RITO
Alla casa di Zyiad Rashid ed Harith non erano ancora tornati, ma ad attendere sir Richard c'era una sorpresa: Akim ed alle sue spalle, quel gigante di forza, intelligenza e saggezza che era Ibrahim. Il lord abbracciò per primo il ragazzo, il cui arrivo aveva destato la curiosità e l'ammirazione di un gruppo di persone con i suoi giochi di magia.
"Vi aspettavamo tra qualche giorno, Ibrahim. - l'inglese tese le braccia al beduino - Oltre che il più saggio tra i giovani della tribù dei Kinda, sei anche il miglior cavaliere."
Ibrahim sorrise.
"Se non ti conoscessi, direi che stai tessendo delle adulazioni sul povero Ibrahim!"
"Non adulazioni, ragazzo mio, ma lodi alle tue virtù! Vero, Akim?"
"Per la Sacra Trimurti! Hai proprio ragione, sir: Ibrahim ha fatto ingoiare tanta di quella sabbia a tutti noi prima di arrivare qui, - assentì il piccolo mago - che le nostre gole sono ancora asciutte."
"Ah.ah.ah... - rise il lord -Tutti noi? - domandò - E gli altri dove sono? Non vedo cavalli. Dove sono Rashid ed Harith? - il lord si fece serio - Devo parlare subito con loro. Ho da riferire cose molto importanti."
"Abbiamo lasciato Sahab in undici: io, Ibn, Abud, Assan e altri, - interloquì Akim - ma li vedrai quando avremo raggiunto l'isola di Zakum... Si chiama così, vero, Ibrahim?"
"Si chiama così." annuì il giovane.
"A Zakum? - domandò il lord - Che cosa è andato a fare, Rashid, a Zakum? - una pausa, poi aggiunse - Si è recato dal padrone del serraglio, questa mattina, perché doveva consegnargli un messaggio."
"Te lo spiegherà lui, sir. Ora, però, ci occorre una barca." interloquì Ibrahim.
Sir Richard si girò in direzione di Ashraf che stava avvicinandosi con in mano alcuni attrezzi, seguito da Asada.
"Ashraf sarà contento di unirsi a noi. - disse con un cenno in direzione del ragazzo - Vero Ashraf?"
"Oh, sì! Sir!" rispose il ragazzo, mostrandosi assai lieto di mettere nuovamente in acqua la barca del fratello e seguire i nuovi amici.