Capitolo IV - seconda parte


Zakum distava dalla costa parecchie miglia; sir Richard e gli altri vi giunsero in un tempo relativamente breve, dopo una veloce sosta a Ghubbah per il ri fornimento di viveri.
Attraccarono in una baia dell'isola verso il tramonto del giorno successivo.
Costituita prevalentemente da banchi sabbiosi e corallini, Zakum  era ricoperta di folta vegetazione e le case, non molto,  erano tutte circondate da mura ed ognuna  sulla destra aveva una strana costruzione, una torretta che  l'inglese notò subito, ma di cui non capì la funzione.
Accostata la barca a riva e tiratala a secco, il gruppo attraversò lo spiazzo  sabbioso, diretto verso un gruppo di quelle strane abitazioni.
Entrarono in una di esse e passarono nella torretta dove un gruppo di uomini, pescatori a giudicare dall'abbigliamento, stava passandosi il narghilé di mano in mano, di bocca in bocca.
Tra loro c'era Rashid, gambe incrociate e una tazzina di caffé freddo in mano. Al suo fianco sedevano lo sceicco Harith  ed una mezza dozzina di uomini di Sahab.
"Inshallah!" salutò il giovane Ashraf avanzando nella stanza.
"Inshallah!  -  risposero tutti in coro, poi, uno di loro invitò - Sedete con noi. Bevete  e  fumate con noi."
 Presero tutti posto nel crocicchio e le sorprese non tardarono ad arrivare.
"Siamo sulle tracce di Hakam. - esordì senza preamboli il rais poi, tendendo la mano verso la sua destra - E lu ci aiuterà." aggiunse.
Il lord fece convergere lo sguardo azzurro che divenne glaciale quando si posò sull'uomo seduto alla destra dell'amico.
"Ma costui... - proruppe sir Richard in tono di profondo stupore e perplessità - Costui è l'uomo  di Hakam che abbiamo trovato ferito nel deserto."
"Non più! - spiegò Rashid - Sarà lui a condurci fin nella tana di quel serpente velenoso."
"Ma... " tentò di replicare l'inglese, ma il rais non lo lasciò proseguire e riprese:
"Capisco le tue perplessità, sir   e... sono state anche le nostre. - confessò con un sospiro -  Ora, però, siamo convinti che lui possa aiutarci ad arrivare fino al nascondiglio di quelle belve. - s'interruppe e con un gesto della mano, lo invitò a parlare - Ma tu... tu, sir..."
"Sì! - assentì sir Richard con un cenno del capo - Io e l'amico Ashraf - l'inglese accennò col capo al ragazzo che aveva preso posto accanto a lui -  abbiamo fatto un incontro particolare nella baia e..."
"Il Vascello Fantasma!" proruppe Ashraf facendo convergere su di sé gli sguardi di tutti, accompagnati da un coro di voci:
"Il Vascello Fantasma?"
"Lo abbiamo intravisto in mezzo ad un banco di nebbia solo qualche ora fa." spiegò l'inglese.
"Chi incrocia quel maledetto veliero viene perseguitato dalla malasorte. -  proseguì il coro di voci - Amin ha avuto le gambe staccate da un pescecane, Amud è scomparso con la sua barca, Ibrahim ha perso il senno e..."
"Io e l'amico Ashraf - il lord spezzò quella litania di nomi e disgrazie - l'abbiamo visto, abbiamo tentato di inseguirlo e..."
"Siete fortunati ad essere ancora vivi e tutti interi." ancora qualche replica.
Sir Richard si deterse il sudore dalla fronte; neppure la lieve brezza prodotta dalla torretta, che aveva proprio la funzione di placare il calore rovente di quei posti, riusciva ad evitargli quel tormento.
"Questa mattina, vicino all'isoletta di Kadia. - spiegò - Eravamo appena riemersi quando lo abbiamo visto comparire... all'improvviso. Abbiamo tentato di inseguirlo, ma la nebbia lo ha  inghiottito e quando si è diradata, di quella infernale nave non c'era più alcuna traccia... scomparsa... svanita!"
"Terrificante!" fu il commento dello sceicco Harith.
"Siete fortunati ad essere ancora vivi!" ripeté ancora qualcuno.
Il lord scosse il capo.
"Se non lo abbamo inseguito attraverso quel banco di nebbia è stato solamente perché a bordo della nostra barca c'era una donna."
"Ma com'é questo vascello? Che aspetto ha? Peché terrorizza così tanto la gente?" domandò lo sceicco, restituendo il narghilé all'uomo alla sua sinistra.
"Lugubre!"  fu la lapidaria risposta del lord, al che, il giovane  Ashraf gli fece eco:
"E' tutto nero. - spiegò,  schiarendosi la voce - Le vele e i vessilli sono tutti a brandelli e non   c'è traccia  di gente a bordo."
"Che cosa?" esclamò Ibrahim, al fianco di Harith, tendendo a sua volta il narghilé al vicino.
"Sì! - interloquì il lord - Ashraf ha ragione:  quel lugubre vascello pare assolutamente privo di presenza umana a bordo, ma... ma la cosa più inquietante e sconvolgente era lei!"
"Lei?... Chi?" esordì Rashid che fino a quel momento aveva seguto cupo ed in silenzio l'incalzare delle domande e delle risposte.
"La ragazza legata all'albero maestro. Tutta vetita di bianco, i capelli biondi mossi dal vento ed un volto pallido come un cencio... Lo abbiamo visto bene quel volto, io, Asshraf e la donna che era a bordo con noi... Ci siamo spinti in avanti abbastanza per vedere bene quel volto e... Rashid, amico mio... reggi il tuo cuore: quella sventurata creatura aveva il volto della principessa Jasmine."
"Per la potenza dell'Inferno! " imprecò il grande rais balzando in piedi pallido come un cencio e la faccia stravolta; anche il suo sceicco si alzò di scatto e lo stesso fece Ibrahim, al suo fianco.
"Quieta la tua ansia, amico! - anche sir Richard aveva lasciato il suo posto e raggiunto l'amico - Di una cosa sono certo: quella sventurata non è la principessa Jasmine. La rassomiglianza è impressionante, ma i capelli di quella ragazza sono biondi ed invece la principessa Jasmine ha capelli di un nero corvino... Ma è pur sempre un grande mistero, questa barbaria,  ed é nostro dovere risolverlo."
"I fantasmi di quella nave... " esordì una voce alle sue spalle, ma il lord non lo lasciò finire.
"Ho visto bene quella nave... Cupa, sinistra. Lo confesso. Ma... Per tutte le Balebe degli Oceani!... No! Non era affatto un fantasma."
"Sul ponte c'è davvero il fantasma di una fanciulla. - insistette quello - In tanti lo hanno visto e tu stesso, sahib, hai appena detto di averlo visto."
"Ho detto di aver visto una  giovane donna legata all'albero maestro di quella nave... non ho detto di aver visto un fantasma. "  rettificò il lord e l'altro:
"Forse si tratta di una giovane donna messa a morte  e legata all'albero maestro di quella nave lasciata alla  deriva."
"Hai detto bene, marinaio!  Una nave  lasciata alla deriva. - fece osservare il lord - Un vascello macabro e sinistro, tutto nero, da poppa a prua... vele comprese. Ma io l'ho veduto. Ho visto  la scia che quella lugubre nave laciava sull'acqua dietro di sé!... I fantasmi non lasciano scie!"
"Ma... allora?"
"Tu hai visto giusto, marinaio,  - assentì col capo sir Richard - Ma non completamente. Quel veliero non è alla deriva! Qualcuno lo manovra facendolo apparire alla deriva."
"Ne sei sicuro?" domandò Harith corrugando la fronte.
"Ne sono sicuro! - assentì col capo il lord - Come sono sicuro di aver visto una  grande  "S"  di colore bianco,   malcancellata dalla tintura nera usata per ridipingerlo. Resta solo il  mistero della sventurata creatura legata all'albero maestro, ma... Per il mio Dio! - il lord girò il capo in direzione di Rashid - Anche su questo non ho  dubbi: non è la principessa Jasmine, Rashid,     quell 'infelice!"
"Ma allora?... - proruppe sempre più cupo il rais - Chi manovra quella nave maledetta?"