Capitolo V - terza parte


Ebbero fortuna. Il varco fu trovato, ma dovettero ammettere che era troppo stretto per farvi passare una nave come Lo-Squalo, ciò nondimeno, diedero tutti l'assenso all'intuizione dell'avventuriero europeo.
L'una dopo l'altra le tre barche lo attraversarono e raggiunsero il litorare dell'isola; qui le ormeggiarono e le lasciarono in custodia a due pescatori poi si divisero in due gruppi e presero strade diverse; dovevano ritrovarsi più tardi in quello stesso posto.
Il gruppo di Rashid si allontanò verso destra; l'altro prese la strada opposta.
La laguna era poco profonda, soprattutto nella parte più interna, tanto che per alcuni metri il sottofondo era asciutto.
"C'é bassa marea. " spiegò uno dei pescatori.
Il suolo era simile ad un giardino abbandonato; coralli e madrepore erano all'asciutto, ma pietrificati e disgregati.
Camminarono attraverso quei giardini  assetati e disseminati di conchiglie vuote; sottili lingue di sabbia si snodavano tortuosi e grigiastri come serpenti tra blocchi di roccia corallina, ora appuntiti, ora squadrati, ma sempre irregolari.
Scorsero orme di piede umano.
"Da qui deve essere passato qualcuno." esordì Ibrahim.
"E da poco, anche." assentì il lord chinandosi ad osservarle.
"Sotto le orme fresche ve ne sono altre non troppo recenti. - anche Harith si era chinato ad osservarle - Questo é proprio un passaggio."
"Seguiamo queste orme." propose Rashid.
Seguire le orme fu facile, ma le videro scomparire presto davanti ad una rudimentale vasca alimentata da una cascata naturale alle sue spalle che scendeva dall'alto della parete rocciosa; dal basso, invece saliva, fiancheggiando la vasca sul lato sinistro,  una scala  di una mezza dozzina di gradini naturali, corrosi da umidità e incuria.
"Da dove arriva quest'acqua?" chiese Rashid.
"Lo scopriremo subito." rispose il lord.
Un cenno del capo e Akim per primo cominciò a  salire; gli altri lo seguirono, l'uno dietro l'altro. Man mano che procedevano, la cascata andava assottigliandosi.
Non fu una lunga scalata; nove gradini ne contò Akim prima che  una fenditura nella roccia li frmasse  L'uno dopo l'altro l'attraversarono, guardinghi ed armi in pugno.
Si trovarono all'interno di  una grotta di enormi dimensioni; attraccato in un fenditura, videro il Veliero-Fantasma.
La grotta era piena di anfratti ed insenature e una luce  giallastra, di cui non si capiva la provenienza, la rendeva veramente spettrale. Passatoie, tavole, corde, grosse gomene, ma soprattutto una mezza dozzina di sambuq indicavano chiaramente la presenza umana.
Non ebbero tempo per alcuna considerazione o commento; un cigolio li costrinse tutti a voltarsi in direzione dell'imbocco della grotta, sotto di loro: era stata sbarrata da un rudimentale cancello e due uomini vestiti di nero ed armati fino ai denti stavano, fermi ed immobili, guardando verso di loro. Una voce, però,  li costrinse nuovamente a girarsi e una figura spettrale apparve sul ponte più alto del veliero.