Capitolo VI - seconda parte

Capitolo  VI  -  seconda parte

Il primo atto di Rashid fu di accostarsi all figura femminile legata al palo. Tese una mano tremante d'emozione e le scostò la lunga ciocca di capelli che  nascondeva il volto reclinato in avanti.  L'empito di una profonda emozione gli contrasse spirito e carne.  Ebbe un sussulto e fece un balzo indietro.
"Ma... ma... questa..."  esclamò; Nadir, alle sue spalle, assentì ripetutamente col capo:
"Un simulacro... - scandìva - Solo un simulacro!"
"Un simulacro!"   ripeterono tutti in coro: colei che avevano creduto una figura di donna era solamente  un simulacro.
"E' solo un manichino! - proruppe il pirata - Solo un manichino, ma... il rosso che macchia questo vestito - ringhiò - é sangue... sangue... e io sarò dannato in eterno se non riuscirò a vendicarlo."
Fissavano tutti sgomenti e turbati quella figura dalle fattezze inquietantemente umane.
Rashid tese nuovamente la mano verso quel volto così perfetto. Quasi vero. Ma la ritrasse immediatamente e ancora più inquieto e  turbato: era morbido come carne,  ma gelido come nella morte.
Rimase a fissarlo come ipnotizzato: l mento arrotondato, le guance delicate e le labbra carnose: proprio come la sua Jasmine.
"Ma... ma..." tornò a bisbigliare e l'amico:
"Non è legno. - spiegò, mentre un lampo gli attraversava lo sguardo - E' una bambola di pezza... Come quelle con cui lei amava giocare da bambina."
"Lei... Lei... chi? - fece la voce sempre più piena d'angoscia del grande rais - Io sono stato attirato qui perché credevo che... che la fanciulla legata... quella che credevo una fanciulla legata all'albero maestro di questo vascello fosse la mia Jasmine... la mia Jasmine..."
"Hai diritto ad una spiegazione, amico mio, ma ora lascia che ti abbracci."  
Un  lieve corrugamento,  quasi un sorriso,  distese la faccia del pirata. Così da vicino, con la sua erculea corporatura,  sovrastava l'amico  quasi di una spanna. La faccia quadrata, la mascella pronunciata e un naso importante mettevano soggezione solo a guardarlo.
"Conosco la tua storia d'amore con la principessa Jasmine.   Hai diritto ad una spiegazione  -  ripeté -  e ti spiegherò ogni cosa."
Si abbracciarono, poi Nadir invitò tutti a prender posto sulle gomene arrotolate per terra , poi egli stesso sedette su  una grossa cassa di legno.  
"Sumenat...  questo nome dà ancora il sapore del sangue alla mia bocca quando lo pronuncio."
cominciò,  col tono di chi rivive i ricordi come una ferita non ancora chiusa.
"Questo nome fa ribollire anche il mio sangue nelle vene. - proferì Rashid -  Sumenat   era la tana in cui si nacondeva quella  setta di fanatici sanguinari,  dove  fu  uccisa  la sorella di Kaleb, amico fraterno...  Noi giurammo di distruggere  quel  covo e  e quelli che vi si nascondevano  e così facemmo e..."
"No! - proruppe il pirata; quasi ruggì, come una fiera ferita - E' quel che credemmo  a lungo..."
"Che cosa vuoi dire? C'é qualcosa che io ignoro?"
Il dialogo incalzava e stavano tutti ad ascoltare in silenzio.
"Il capo di quella setta di fanaticii sfuggì alla nostra vendetta e..."
"Non é possibile! - lo interruppe Rashid - Io stesso conficcai fino al manico il mio pugnale  nel petto di quella belva."
"Non era lui il capo... L'uomo che hai trapassato col tuo pugnale non era il capo di quella setta, ma solo il fratello di Kira, il vero capo di quegli infedeli idolatri."
"Una donna?" trasecolò il rais, accompagnato da un brusio generale.
"Non é il nome della madre di Hakam? -   interloquì lo sceicco Harith, facendo dirottare verso di lui, in piedi ed appoggiato alla porticina del boccaporto, l'attenzione di tutti - L'abbiamo lasciata morta con le sue pantere nei sotterranei  allagati della'Oasi-Maledetta. Ma... non capico quale rapporto abbia tutto questo con la povera sorella dell'amico Nadir."
"Oh! - fece il pirata - Rashid può capire. Eravamo ancora ragazzi, allora, ma Kaleb, sceicco dei Wakr, ci volle con lui quando tentammo di salvare Kassida, sua sorella, dalle mani di quei fanatici sanguinari... Ricordi, Rashid?... Ricordi  l'uomo a cui risparmiammo la vita come monito per tutti?... Anche lui era giovane e il suo nome poco conosciuto...  Si chiamava  Hakam..."
"Hakam?- di nuovo un coro di voci - Adesso molte cose sono chiare."