Capitolo VI - terza parte

Capitolo  VI  -  terza parte

"Hakam?- di nuovo un coro di voci - Adesso molte cose sono chiare."
"E' chiaro, dunque, - fece con voce sorda il pirata - che Kira abbia voluto vendicare il fratello e che suo figlio Hakam l'abbia aiutata a ricostituire la setta ed a prenderne il posto come capo...  Il suo primo atto di vendetta fu di rapirmi la sorella.... la mia Sahra..."
"Hakam e Sayed Alì sono figli della stessa madre, non lo dimentichiamo.  -  anche sir Richard  si inserì nel discorso - Negli ultimi tempi è stato il falso sultano di Doha a procurare al fratello  le fanciulle da sacrificare a quella Dea sanguinaria... Manat!... Così si chiama."
"Quello il nome della Dea adorata da quei settari. - assentì il pirata, poi spiegò - Avevo giurato sul letto di morte di nostro padre che mi sarei preso cura di mia sorella... Per lei rischiavo ogni giorno la vita perché volevo farne una Regina... da dare in sposa a qualche sultano...  E  invece ho lasciato che me la portassero via e me la uccidessero. Guardate! - si girò e con un braccio teso indicò il manichino -E' il vestito che indossava il giorno in cui fu uccisa! Voglio averlo sempre sotto gli occhi,  affinché la fiamma di vendetta che mi brucia lo spirito divampi sempre di più. Troverò Hakam e gli pianterò il mio pugnale nel petto nello stesso punto in cui  lo hanno affondato in quello di Sahar."
"Capisco! - assentì col capo Rashid - Anche noi siamo sulle sue tracce e anche in noi brucia la sete di vendetta."
"Io ero già sulle sue tracce - disse il pirata, ma poi è scomparso... nascosto in qualche angolo  del deserto. Non ho mai saputo dove quel serpente velenoso avesse  scelto come tana prima di fuggire e cercare rifugio in qualche seno di questa costa."
"L'Oasi-Maledetta. - esordì Akim lasciando il suo posto e facendosi avanti- E' lì  che Hakam e la sua banda di squilibrarti avevano cercato rifugio prima di lasciare il deserto, ma noi abbiamo distrutto  il suo covo... una grotta che abbiamo dato alle fiamme."
"L'Oasi Maledetta? E dove si trova? - domandò il pirata girandosi a guardarlo, poi - Ma io ti conosco." disse.
"Io ti vedo per la prima volta, - rispose il piccolo mago, - ma a Doha, Sayed Alì... che la Dea Kalì lo strafulmini, quel falso sultano parlava sempre del pirata Nadir."
"E' vero! - interloquì Rashid - Sayed Alì e i maggiore Honey parlarono anche a me del pirata Nadir e di Amnistia, se ti fossi arreso... stando al Patto stipulato con Sua Maestà la regina Vittoria - spiegò, girandosi in direzione del lord inglese - Fu proprio in quella occasione che vidi il pennone dell'albero maestro dello Squalo nel porto di Doha."
"Ah.ah.ah! - ghignò il pirata -  Si parla ancora di quell'impresa... un falso principe che porta via la sua preziosa "pupilla" al sultano di Doha ... al falso Sultano, come dice l'amico Akim... Lo sanno tutti che quella carogna per avvoltoltoi è solo un usurpatore e che il vero sultano..."
"Parlavo di te. - lo interruppe quasi brusco il rais - Che cosa ne fu di te e dei tuoi uomini?  Ero certo che il  mio amico Nadir non si sarebbe mai fatto addomesticare da nessuna Amnistia e lo dissi apertamente a quell'avvoltoio di Sayed Alì."
"La morte, piuttosto! - fu la risposta del pirata - Ma Lo-Squalo  non ebbe fortuna.  Fummo catturati dagli inglesi e molti di noi vennero impiccati. Per Nadir c'era in riserbo uno spettacolo pubblico... - un sorrisetto ironico sulle labbra -  Pubblica impiccagione nella piazza della città.  Ad evitarmi la morte e ad aggiungere la beffa ai danni di quell'avvoltoio di Sayed, ah.ah. - rise ancora Nadir - fu il provvidenziale arrivo del principe Ben del Qatar...  Ricordi, Rashid?"
"E come scordarlo? - anche Rashid ebbe un sorriso - Mi rammarico solamente di non aver portato via con me fin da allora la mia Jasmine... le avrei evitato tutte le sofferenze e le prove che ha dovuto affrontare e sopportare da sola e senza  l'aiuto di nessuno..." aggiunse con occhi furenti.
"Oh! - fu Nadir ad interromperlo, questa volta - Ricordi quel giorno? Ricordi la pantera che si era liberata della catena minacciando la principessa Jasmine?"
"Ricordo bene. Avevo appena messo piede a Palazzo. Fui io a catturare la belva e Sayed per ringraziarmi organizzò in mio onore una battuta di caccia col falco."
"Proprio così! Accorsero tutti ed io approfittai della vigilanza rallentata intorno alla mia persona per fuggire, raggiungere il porto e salpare con quel che restava de Lo Squalo e con alcuni fedeli che erano con me." indicò i marinai vestiti di nero, alle loro spalle, mimetizzati con le ombre.
"Prima di riprendere il mare - il racconto di Nadir ebbe inizio - tornai da Sahar per rassicurarla. Da tempo l'avevo lasciata senza mie notizie ed ero certo che fosse in pena. Lei mi credeva un ricco mercante... - una pausa, che riempì con un sospiro molto sofferto - Ma lei non c'era. Nessuna traccia di mia sorella. Nessuna... - ancora una pausa, per poi riprendere con voce ancora più cupa - La cercai a lungo, ma  quando la trovai era troppo tardi: Hakam, l'uomo  a cui avevo usato misericordia, l'aveva rapita e sacrificata a quell'idolo sanguinario."
"Lo troveremo, amico mio. Lo troveremo. "cupa anche la voce del rais.
"Da quel momento Nadir il Pirata cessò di esistere, ma il fantasma di una  fanciulla legata  al palo dell'albero maestro di un vascello fantasma cominciò a perseguitare quella belva sanguinaria ed a terrorizzare queste acque. Sì! Lo scoveremo, Rashid... lo scoveremo!"
"Presto arriveranno anche i miei uomini" disse il rais, girandosi a guardare Harith,  il suo   sceicco,  che assentì col capo.
"Con le  forze unite e l'aiuto di Allah,  annienteremo per sempre quegli idolatri infedeli." disse.   "..... e vendicheremo   la piccola Sahar, - aggiunse con estrema durezza e determinazione il pirata - che ha avuto solo la cattiva stella di nascere con il volto bello e angelico di un idolo sanguinario." e si girò a guardare in direzione del manichino.
Turbatissimo, a quelle parole Rashid trasse da sotto la tunica il medaglione che Asada aveva rinvenuto tra i coralli della scogliera.
"E' questo il volto di Sahar?" domandò, tendendolo all'amico che lo prese con mani tremanti, avendolo riconosciuto alla prima occhiata
"Lo donai a mia sorella l'ultimo giorno che la vidi da viva.- il pirata si girò e rigirò tra le dita il piccolo gioiello come fosse una reliquia - L'avevo comprato da un gioielliere greco, a Doha. - spiegò -  Molto bravo nella sua arte e volevo che mia sorella possedesse uno dei suoi gioielli."
"E questa, forse, é la sua catena a cui era legato il gioiello. - esordì Ashraf facendosi avanti  con in una mano la catena d'oro impigliata tra i rami del corallo.
"E con questa chiave potrai aprirlo. - aggiunse Eashid; l'amico lo guardò interrogativamente - Anche io ho donato un medaglione identico alla mia Jasmine e  l'ho acquistato dallo stesso mercante... Aristo Gallas era il suo nome."
Nadir prese anche la minuscola chiave con le lacrime agli occhi.
"Piangeremo i morti, ma ora pensiamo ai vivi." disse asciugandosi il ciglio,
"Temo per la sorte della mia Jasmine." confessò Rashid.
"No! - lo sorprese l'amico mentre una strana enigmatica espressione gli distendeva i lineamenti del volto: quasi di gaiezza - La principessa non corre alcun pericolo per adesso....   Lei  aspetta un figlio."
"Jasmine... Jasmine aspetta un figlio?"
Mille fulmini caduti  tutti insieme a ciel sereno non avebbero potuto produrre sul giovane l'effetto di quella notizia.
"Un uomo di Hakam si è lasciato corrompere e tra le altre, ci ha riferito questa notizia."
Un'emozione indicibile serrava il cuore e lo spirito del grande predone impedendogli quasi di respirare. Era come se ogni goccia di sangue ne fosse attraversata, ogni nervo, pelle, ossa. Sentiva una sensazione nuova e sconosciuta irrompergli dentro come una fiamma,   una  luce che splendeva in mezzo alle tenebre... certo, non era così che aveva sognato la notizia di diventare padre, un giorno... ma poi arrivò la preoccupazione.
"Ne avranno cura? Avranno cura di lei?  -  si angosciò - Nel suo stato avrà bisogno di cure."
"Oh, sì!   Hakam l'avrà messa al sicuro da qualche parte, prima di presentarla ai suoi seguaci come la nuova reincarnazione della loro Dea e non potrà farlo fino a quando la principessa si presenterà con caratteristiche umane e non divine... Capisci?"
"Ma quando  mio figlio nascerà..."
"Tuo  figlio, amico mio, nascerà a Sahab!  - interloquì a qul punto con voce grave e determinata lo sceicco dei Kinda - Lo prometto solennemente sul  mio onore!"
"E anche sul mio, Rashid!" fece eco la voce del lord inglese, cui seguirono  quella di Akim, di Ibrahim e di tutti gli altri e per ultima quella del pirata Nadir che aggiunse:
"Yazid riorganizzerà la ciurma e insieme combatteremo fino all'ultima goccia di sangue." e con una mano fece cenno ad un uomo di avvicinarsi.
Yazid si fece avanti, spalle gagliarde, muscoli potenti, faccia abbronzata, in testa una bandana.
"Ma lui... - Harith gli puntò contro  l'indice - Lui é l'uomo della taverna che ha inchiodato al tavolo il fratello di Ashraf ed ha  sfidato sir Richard!"
"Un uomo duro. Non c'é che dire!" fece eco la voce dell'inglese.
"Un demonio di cui ci si può fidare." confermò Nadir.