Capitolo XVI ultima parte

Capitolo  XVI   ultima parte


Anksenammon e Nsitamen erano di fronte.  Quattordici anni. Erano passati quattordici anni.

La regina Anksenammon nonresse all'emozione e si lasciò lentamente scivolare a terra; Nsitamen si chinò su di lei a soccorrerla. Si guardarono mute ed immobili, poi la Nsitamen aiutò la madre di suo figlio a rialzarsi. La voce di Ramseth le scosse.
"Madre, sono tornato salvo." disse tendendo le braccia a colei che gli aveva fatto da madre per tutta la vita.
"Figlio mio!" esclamò Nsitamen abbracciandolo; nascose il volto contro il petto di lui,  ma subito rialzò il capo e guardò oltre le spalle del suo ragazzo colei che era stata la donna più potente d'Egitto.
Si compresero e non occorsero parole; Nsitamen si scostò da Ramseth con un sorriso.
"E' lui! - dise semplicemente - E' il bimbo che mi affidasti."
"Mio figlio... mio figlio..."mormorò la Regina allargando le braccia  e stringendo al petto per  la prima volta suo figlio.
Nsitamen guardava il loro abbraccio, ma non era gelosa.
Il mattino dopo,all'alba.
"Qui, Ramseth. Passo!"
"Ciao, Ramseth. Passo!"

Ma che cosa era accaduto,  nelfrattempo ad Emma? Come faceva ad essere puntuale all'appuntamento?
Nello scantinato in cui era tenuta prigioniera con i suoi amici avevano  aspettato la sera, quando i rapitori chiudevano a chiave la porta ed uno solo di loro  restava di guardia. Mettere fuori uso la serratura ed aprire la porta era stato un gioco per Dario e poi sorprendere di spalle il malvivente e disarmarlo.  Recuperato il suo  p.c.,   mentre gli amici si occupavano dell'uomo,  Emma si era introdotta nel  computer  della Polizia.
Meno di un'ora più tardi erano liberi e il dottor Daroio scagionato da ogni accusa.

"Qui, Ramseth... - la voce del ragazzo era emozionatissima - Emma, sorella del  mio cuore, ho tante rivelazioni da farti, ma... ma ti sento poco. Passo!"
"Amico del mio cuore! - anche Emma era emozionata - Ho paura che presto dovremo   salutarci."
" Salutarci?... Vuoi dire che che non sentirò più la tua voce?" si preoccupò il ragazzo.
"Ascoltami, Ramseth... cercherò di spiegarti come hanno spiegato a me. La pietra del mio computer e quella del tuo altare hanno una stessa provenienza e... forse... forse potrebbe essere la stessa pietra.   Mio padre e i suoi colleghi l'hanno studiata molto bene e sono giunti alla conclusione che potrebbe trattarsi di  un frammento di cometa... Una cometa che transita ogni dieci anni intorno alla Terra... Mi hanno spiegato che queste pietre sono arrivate sulla terra forse migliaia di anni fa che che... forse... transitando nel cielo, la Cometa dia loro energia... una straordinaria energia che... che combinata con altri fattori ha permesso questo nostro straordinario collegamento. Purtroppo la Cometa sta allontanadosi dalla terra e la sua energia si esaurirà presto."
"Capisco! - la voce del ragazzo era davvero addolorata: aveva ritrovato una madre e perdeva un'amica altrettano cara - Però... Se è così, fra dieci anni la Cometa tornerà" replicò con voce più speranzosa.
"Se é così, tornerà!"  assentì Emma.
"Se é così dobbiamo aspettare e non salutarci come fosse l'ultima volta... ma io ti sento appena... -  si preoccupò il ragazzo - Spero non sia giunto  il momento del saluto. Passo."
"Io ti sento ancora, fratello del mio cuore. Hai detto di volermi fare  rivelazioni... Passo!"
"Anche io ti sento ancora... Sì! Voglio parlarti  delle mie due madri.."
"Due madri? Passo!"
"Nsitamen e la Regina... La Regina é qui con me. I miei amici l'hanno messa in salvo... Kafer, Keriut. Osorkon e l'amico Mekara che ci ha dato asilo... Siamo in fuga dai nostri nemici...Ma io ti sento poco, sorella del mio cuore. Passo!"
"Ti sento poco anche io, Ramseth... a domani! Passo!"
"A domani, Emma... Passo!"

Torneremo a salutarci ancora domani, sorella delmio cuore. Passo!"
"A Domani, Rameth, fratello delmio cuore. Passo!"