LA DONNA ETRUSCA

LA  DONNA ETRUSCA

La figura della donna etrusca ancor oggi è avvolta nel mistero, lo stesso che circonda la sua gente, la sua condizione sociale, però, fu assolutmente unica nel mondo mediterraneo. Dagli affreschi e dalle sculture ci appare bella, elegante e raffinata; affreschi e sculture che esibiscono ricchezze e potere ed affermano la legittimazione di un’aristocrazia in cui la donna è protagonista.

Coperta dei gioielli, che costituiscono il tesoro di famiglia ereditato per via femminile, la donna etrusca ostenta lusso e potere.

Ella è, infatti, sempre presente: nei rapporti politici, nei legami fra Clan e nella creazione di Dinastie. Basta un solo nome: Tanaquilla per comprendere il ruolo importante ricoperto dalla donna nella società etrusca. Appartenente ad una delle più nobili famiglie etrusche, Tanaquilla aveva spinto il marito a trasferirsi a Roma dove sarebbe riuscito a diventare Re con il nome di Tarquinio Prisco. Non solo nella carriera del marito, ma anche nell'ascesa al trono del suo successore, questa donna potente ed intraprendente, ebbe un ruolo decisivo.

La donna etrusca vive in assoluta parità con l’uomo ed ha comportamenti ritenuti, all’epoca, adatti solamente all’uomo: beve vino, partecipa ai banchetti, parla di politica ed ha opinioni proprie. 

A differenza delle donne greche, che vivono sottomesse al marito e passano la maggior parte della loro vita chiuse in casa, le donne etrusche partecipano a tutti gli eventi della vita pubblica e privata. Ai banchetti siedono sdraiate sui letti conviviali in compagnia dei loro uomini, brindano assieme agli ospiti, assistono a spettacoli e giochi sportivi.

La sua posizione in seno alla famiglia è di notevole importanza  e certamente non inferiore a quella del marito o fratello; tenuta in gran considerazione dal marito, può anche trasmettere il proprio cognome ai figli. Non si sa con certezza, ma anche nell'educazione dei figli il suo ruolo deve essere stto importante. 

La donna etrusca  poteva  possedere schiavi, essere titolare di attività e perfino avere una tomba a proprio nome, dove il nome ( cognome)  appare preceduto dal  prenome  (nome) a dimostrazione  di una propria identità  personale;  sapeva tesere e filare, ma era anche una donna emancipata e istruita

Tutto questo attirò su di lei il disappunto e la disapprovazione di Greci e Romani, che giudicarono scandalosa la sua condotta e i suoi comportamenti.politico-culturali. Da Plauto ad Aristotele, furono molti gli storici e filosofi che non esitarono a bollare quell'eguaglianza come indice di licenziosità e scarsa moralità da parte delle donne etrusche.  
Bisogna precisare, però, che tanta libertà, lusso e potere, erano riservati solo alle donne di rango e che le condizioni di vita  di tutte le altre, schiave o popolane, erano tutt’altro che facili e felici.
Accadeva, cioè, quello che accadrà più tardi alla donna romana d’epoca imperiale: vedove di mariti morti in guerra, ne ereditavano e gestivano gli enormi patrimoni che permettevano loro l’esercizio del potere; la sola differenza era la partecipazione alla vita politica: alle romane rimase sempre interdetta.

 E fu solo nell'ultima fase della storia etruscastoria e sotto l'influenza della cultura e dei costumi greci che le le donne etruche si videro privare della loro emanciazione