Leggende moderne di Sapodilla

11.11.2013 13:23


Quel giorno la principessa fece chiamare tutte le sue amiche e tenne consiglio. Il principe amava molto i suoi porci e passava tutto il tempo a discorrere con loro, evitava di lavarsi e profumarsi per non offenderli. La sua preferita era una porcella cui aveva dato nome Elisabetta. La favorita era la più grassa tra le porcelle mai viste, la sua pelle rosea era liscia e tesa. Il principe le saliva in groppa per farsi portare felice e allegro tra i boschi.
Quando il consiglio con le amiche fu finito, la principessa tornò dal principe.
− Mio signor principe, abbiamo cento porci, faremo salami, ne ricaveremo abbastanza per comprarmi scarpette nuove di raso, vestiti di filo oro e argento, biscotti e dolcetti, tutto quello che serve ai ricevimenti principeschi. Il principe inorridito si precipitò fuori e fu subito circondato dai porcelli in lacrime
− Signore, sono venute le amiche della principessa, ci hanno deriso, hanno detto che presto ci taglieranno la gola e ci faranno a pezzi. Come puoi farci questo? Abbiamo diviso con te la buona e la mala sorte.
Il principe promise loro di proteggerli e non faceva mancare i suoi omaggi alla favorita. Un giorno le cingeva il codino con un nastrino rosso, un altro giorno un collare con un campanellino d’argento, poi una coroncina di fronde d’alloro sul capo. La porcella andava a specchiarsi felice in un piccolo laghetto.
La principessa era proprio furibonda, infilava il dito nel buco della scarpa e pensava alla vendetta. Ahi, come rimpiangeva la reggia di suo padre, dove poteva ordinare zuppa di aragosta al cuoco per pranzo, mentre alla cucina del principe povero le sue amiche ancelle erano costrette a friggere frittatine di cipolle e a bollire minestra di cavolo.
Le amiche non facevano che tormentare la principessa coi loro lamenti
− Dobbiamo lucidare i gradini di marmo.
− Dobbiamo strigliare i cavalli.
− Dobbiamo rammendare le calze ai cavalieri.
Il tempo passava, un giorno dopo l’altro, niente turbava la vita spensierata dei cento porcelli. Ma un mattino il principe esce di casa e con grande sorpresa la porcella Elisabetta non gli corre incontro. Il principe ordinò ai porcelli di cercare Elisabetta. Invano. I cavalieri a cavallo furono inviati a esplorare i boschi. Invano. Prese da angosce e presentimenti, il principe manda banditori per tutto il regno a probire di mangiare prosciutti, salami ogni altra cosa di maiale. Due stranieri entrarono in una locanda e ordinarono cotolette di maiale con patate arrosto, sospettati di eesere spie e sobillatori, furono messi in prigione e non se ne hanno notizie.
Passarono tristi i mesi, finché avvenne che il principe povero udisse da lontano le trombe squillanti, che annunciavano il messo del re. Il principe vide i cavalli del seguito con le gualdrappe rosse e blu, corse incontro al messaggero.
− Signore, mio principe, il re vi manda in dono questo cesto di vino, taralli, prosciutto e salami. Il re, padre della principessa vi ringrazia per la porcella di cui gli faceste dono, un pensiero squisito.
Preso da orrore e infinita tristezza, il principe comprese la vendetta della capricciosa. La favorita Elisabetta era stata mandata al re con l’inganno, per farne prosciutto e salame. Il principe prese il suo cavallo e scomparve nei boschi.
Da j g sapodilla