Potremmo anche definirla la prima eroina del lungo percorso di riscatto della donna da una condizione di dipendenza. Benché amasse occuparsi di faccende puramente femminili, come lavorare al telaio, pretese per sé il rituale funebre riservato ai Faraoni e si fece mettere nella tomba, a Sakara, i “Testi delle Piramidi”, come per i Sovrani che l’avevano preceduta... una tomba regale con un enorme sarcofago in basalto con inciso i suoi nomi e i titoli sul coperchio e sui lati
I suoi titoli: "Sposa Reale" - "Madre di Re" - "Grande di Scettro"
Siamo .nella VI Dinastia dei Faraoni, ma, come riferisce Manetone, in Egitto si riconosceva il diritto alla donna a diventare Sovrano, fin dalla II Dinastia. e vi è di questa Regina, una scena in cui é raffigurata con l'Urex. il cobra reale, sulla fronte, come soltano i Faraoni potevano farsi ritrarre.
Bella, intelligente ed ambiziosa, fu madre e sposa di Faraoni. Figlia di un alto Dignitario di corte e di Nebet, una donna Visir.
Il suo nome significa "La sua vita appartiene a Pepi" e le fu dato in occasione delle sue nozze con il faraone Pepi I. Questi aveva già sposato un'altra sorella, a cui era stato dato lo stesso nome e che gli aveva dato un figlio, Merenrea che, alla morte del padre, regnò solo per pochi anni.
Bastarono, si dice, alla Regina vedova per sedurre il nipote ed avere da lui un figlio: il futuro Pepi II.
Secondo altri pareri, questi era, invece, figlio della Regina e del faraone Pepi I.
Colto, Merenra, da morte improvvisa, sali al trono, all'età di soli sei anni, il figlio che Anksenpepi II aveva avuto dall'uno o dall'altro dei due Faraoni. Troppo giovane per regnare. e così la regina ne assunse la Reggenza. Non si accontentò di, però, di regnare solo come Reggente, ma esercitò, di fatto, il potere di Regina e fece scolpire sulla pietra le sue gesta gloriose di Regina Guerriera..
Ankhesenpepi, infatti, dovette difendere dalle mire espansionistiche dei vicini Regni il trono destinato a suo figlio e lo fece impugnando le armi come un vero Faraone.