Capitolo V - parte seconda

Capitolo  V   -  parte seconda
L’indomani all’alba erano tutti davanti ad Omikron: Emma, Dario, suo padre e sua madre.

L’attesa fu breve.
“Qui Emma, passo!” cominciò la ragazza.
Alle sue spalle l’attenzione di tutti era polarizzata dal video; nel profondo silenzio sceso sul  gruppetto, si poteva sentire perfino il respiro dello splendido ficus dietro i vetri del balcone; c’erano diverse piante nella stanza.
Suoni indistinti, strisce orizzontali, poi una voce:
“Qui Ramseth… Ricevuto, Emma. Passo.”
“Ciao, Ramseth. Passo.”
Il professor Curti ascoltava esterrefatto e con lui ascoltavano anche sua moglie e Dario.
“Sono molto contento di sentirti e vederti.” esordì la ragazza.
“Sono felice di sentirti, sorella del mio cuore.”
La voce, dall’altra parte.
“Ricevo la tua voce un po’ a fatica.” osservò Emma e l’altro, con un sorriso:
“La clessidra ha misurato il tempo per due volte in più – spiegò – dopo che il Grande Astro è sceso sul fiume. Le mie palpebre – aggiunse, sempre con quel sorriso che carico di splendore - sono ancora pesanti di sonno.”
“Sei andato a dormire tardi, ieri sera? E’ questo che vuoi dire?” domandò la ragazza…
“Questo voglio dire e voglio dire anche che il mio Faraone ha voluto la compagnia di Ramseth fino al momento di ritirarsi per la notte, ieri sera. Era molto stanco – aggiunse.. – dopo le fatiche della Cerimonia, ma lui ama i giochi ed ha trovato assai interessanti e divertenti quelli che mi hai insegnato tu  e non voleva lasciarmi andare.”
“Tuth-nk-Ammon era solo un ragazzo.. oh, scusate!” si lasciò scappare Stefy, la madre di Emma.
“…io ho dovuto seguirlo nelle sue stanze. – proseguì il ragazzo antico cui, evidentemente, non era giunta la voce della donna – Ho dovuto attendere che si fosse addormentato prima che la lettiga  mi riportasse a casa di mia madre che… - aggiunse, dopo una breve pausa e un largo sorriso che gli distese le labbra carnose e gli illuminò il bel volto – … che ho trovato in lacrime e assai preoccupata…”
“Davvero? E perché? Non è contenta che il Faraone ti conceda la sua amicizia e protezione?”
“Nsitamen è sempre preoccupata quando io non sono con lei.” sorrise ancora il ragazzo.
“Assomiglia  alla mia! –sospirò Emma – Anche la mia si preoccupa sempre e… qualche volta non riesco proprio a darle torto.”
La donna, alle sue spalle scrollò la testa…
“Forse hai ragione, sorella del mio cuore… forse qualche volta anch’io le ho dato motivo di preoccuparsi, ma… io sono convinto che alla mia nascita, quando mi hanno portato al Tempio, qualche veggente le abbia detto che un pericolo incombe sulla testa di suo figlio… Nsitamen è così apprensiva!”
“Tutte le mamme lo sono…”
“Lo dice anche il vecchio prete Pahor.”
“E’ un tuo parente?”
“E’ stato il mo maestro, ma presto entrerò al Tempio per i miei studi sugli Astri.”
“A, sì! Me lo hai detto!… Ma dimmi, Ramseth hai parlato di noi due con qualcuno?”
“Ho parlato di te al  prete Pahor, ma lui lo crede uno sciocco vaneggiare… Presto, però, si ricrederanno tutti e nessuno penserà che Ramseth sia un visionario… Ho già impressionato molta gente esibendomi davanti al mio Faraone.”
“Ne sono contenta. Anch’io ho parlato di te… ma… la tua voce, Ramseth… la sento già debole e  la tua immagine mi arriva già un po’ sfocata…”
L’immagine, sul video, andava velocemente sbiadendo.
“Ti sento poco anch’io, Emma… la mia Pietra-di-Luce è sempre meno luminosa e la voce… la voce della mia amica Emma, è sempre più debole.”
“Chiedigli – interloquì il professore, alle spalle della figlia – chiedigli di questa pietra di luce… la forma, le dimensioni… Chiedigli di che sostanza è composta e di che colore… se ha un colore…”
“Sì! Sì! – fece Emma, l’immagine sul video, però, era quasi scomparsa e il suo alone cominciava a scomporsi in tanti frammenti -  Parlami della Pietra-di-Luce, Ramseth…Ramseth… Ramseth…” chiamò.
La voce, però, era davvero flebile e l’immagine aveva lasciato posto ad una miriade di frammenti impazziti che ben presto  si mutarono in un bagliore e si spensero.
“Ramseth – chiamò Emma per la terza volta, poi – A domani, Ramseth… Passo e chiudo!”
“… p..assso… e chiu…chiudo!”  dall’altro capo, la voce giunse come dall’eternità.


“Fantastico!” fu il solo, primo commento del professore, terminato il contatto.
Il video era tornato scuro e piatto; silenzioso.
“Fantastico! - anche Stefania Curti non trovò altro termine per manifestare il proprio stupore- Se non avessi  visto ed ascoltato io stessa…”
“Capite,ora, perché questa macchina ha attirato l’attenzione?” proruppe Dario, alzandosi ed affacciandosi alla finestra per darvi uno sguardo di fuori.
“Chi,oltre noi,  può essere al corrente di questo straordinario risvolto…  Nessuno di noi ne sapeva nulla prima d’ora.” fece osservare ancora la donna.
“Non lo so, mamma. – Emma era molto perplessa – Nessuno di noi ha parlato con nessuno, eppure qualcuno è al corrente… Ma – s’interruppe – costoro sapranno che il contatto avviene solo mio tramite?”
“Nn sappiamo fin dove arrivino le informazioni di questi signori. – il professore scosse il capo – In fondo, non sappiamo niente neppure noi. – fece osservare anch'egli  – Non sappiamo che cosa accade, esattamente, durante questo... questo vostro contatto… Senza contare  - aggiunse dopo un attimo di riflessione - che il tuo amico di certo non possiede un computer…”
“Vuoi  dire, papy, che il computer non c’entra per niente?”
“Non ho detto questo. – precisò il professore – L’immagine e la voce si manifestano attraverso il computer e quella che il tuo amico chiama Pietra di Luce… che non sappiamo affatto che cosa sia.”
“Io credo di sapere, invece, di che si tratta. – replicò la ragazza  - Tu volev iche chiedessi a Ramseth colore, dimensione e forma di quella pietra… Ebbene io sono convinta che si tratti di un  frammento di meteorite dalla forma e dimensione del cristallino che tu hai utilizzato per la memoria di questo computer.”
“Vuoi dire che quel ragazzo possiede un frammento di meteorite…”
“Voglio dire,  papà, – lo interruppe la ragazza – che forse,  Ramseth possiede lo stesso frammento di meteorite e che… Accidenti! Ci sono!… Forse ci siamo! “
“Ma sì! – proruppe il professore, come folgorato da un’intuizione – Forse ci siamo! La vecchia Tebe sorgeva da quelle parti e il tuo amico non è di Tebe?”
“Proprio così!”
“Pensate quello che penso io?”
“E cioè – interloquì la signora Curti – che il cristallino rinvenuto tra le rovine di Tebe potrebbe essere il frammento di meteorite che il ragazzo chiama Pietra di Luce?… E’ questo che volete dire?”
“Assurdo per assurdo… Diciamo di sì!”
“Ma… ma è fantascientifico!”
“E questo contatto fra due ragazzi separati da una distanza nel tempo di quasi tremila e cinquecento non è fantascienza?”
“Qualunque cosa sia – esordì Dario – analizziamo un po’  le cose: il contatto riesce solo tra Emma e l’amico Ramseth. E’ così?… Altri fattori?”
“L’età! – disse Emma – Io e Ramseth compiremo quattordici anni fra venti giorni.”
“E questa non mi sembra una coincidenza: quattordici anni, nati nello stesso giorno e forse nella stessa ora e chissà… forse anche nello stesso posto.”
“Ma é proprio così!  Emma è nata proprio in quei luoghi… -  disse  il professore – E’ nata in Egitto durante una spedizione archeologica. A quel tempo, mia moglie era un’appassionata di archeologia.”
“E lo sono ancora, caro!” sorrise la donna.
“Certo, tesoro!” anche lui le sorrise, con la stessa tenerezza.
“Davvero? Ma questo è un altro punto a favore della nostra teoria. -  replicò Dario, poi proseguì -  Ed ora esaminiamo il tempo: il contatto avviene sempre a quest’ora. Ciò vuol dire che a favorirlo devono esserci condizioni favorevoli… Condizioni fisiche, ad esempio… “
Dario, sempre in piedi davanti alla finestra, ogni tanto guardava di sotto; il professore gli si avvicinò, guardò anch’egli di sotto.
C’era una vettura in strada ed al volante stava seduto un uomo che guardava verso la finestra.
“Conosce quell’uomo?” domandò Dario; il professore scosse il capo.
“Che cosa c’è?” s’allarmò subito sua moglie.
“Nulla, tesoro. – poi rivolto alla figlia – Stavi per dire qualcosa?”
“Sì! Non vi ho ancora detto che durante il nostro contatto, sia io che Ramseth avvertiamo un certo calore qui, nella zona addominale.”
“Ecco! Sentite? – proruppe Dario – Condizioni fisiche, meteoriche e magari di Spazio-Tempo. Già! In fondo… spazio-tempo… è tutto relativo!”
“La teoria spazio-tempo! – intervenne Emma – Spiegatemi. Spiegatemi che cos’è!”
“Beh, piccola. – sorrise il professore – Non è proprio la cosa più facile da spiegare. Secondo questa Teoria, gli spazi esistono simultaneamente, tutti insieme. Anche i tempi esistono insieme… significa che in se stesso esiste solo il presente. Il tempo non è che una sorta di spazio e non è assoluto.”
“Affascinante, ma  non ci capisco niente.” confessò la ragazza.
“Pensate un po’ alla Storia come ad un libro. – continuò il professore – Ad un libro in cui c’è il passato e il futuro, cioè, l’inizio e  la fine: entrambi rispetto al presente. Così è la vita: è come un libro e viene vissuta, cioè letto, in maniera successiva  come in maniera successiva, pagina dopo pagina, presente dopo presente… viene letto un libro che, pur tuttavia,  esiste già ed interamente scritto.”
“”D’accordo! – assentì la donna, ma subito replicò – La vita, però, non è statica. Non è ferma… la vita scorre sempre.”
“Ceramente! Se noi, però, avessimo la possibilità di vedere l’insieme… - Una pausa, per sorseggiare il the che la moglie aveva appena portato e poggiato sulla scrivania di Emma  - Invece, la nostra visione è limitata dal principio e dalla fine e questo origina la successione.”
“”La successione del tempo?” domandò la ragazzina.
“Sì! La successione degli istanti che sono immobili, ma che in successione determinano il movimento… il moto delle cose.”
“Quindi, - replicò la ragazzina – secondo questa che… è solo una teoria, vero papy?… relativamente ad ognuno di noi il passato esiste ancora e il futuro esiste già e i due esistono insieme al presente.”
“Esatto! Il passato oppure il futuro possono trovarsi anche in un’altra dimensione di spazio e se metti il non-tempo, ecco che hai il presente… solo e sempre presente!”
“Perciò, ogni istante del tempo esiste ed esisterà per sempre!”
“Di più! Esistono gli eventi che si collocano nel tempo per cui il tempo diventa una conseguenza di eventi ed esistono queste percezioni limitate che originano il movimento, che è solo apparenza… sia pure molto profonda… sempre teoricamente parlando.”
“Perciò – concluse la ragazza – sia io che Ramseth, come ogni altro ragazzo del futuro o del passato, esistiamo tutti insieme ed é per questo che  le onde mentali che si muovono nello spazio senza limitazioni… onde telepatiche, intendo… possono mettere in contatto me, con Ramseth o con altre persone del futuro o del passato… sempre teoricamente parlando, si capisce!”
“Potrebbe essere!”
“Ma tu credi a questa teoria?”
“Credo… beh, piccola… anche credere è relativo. Intanto, per quanto incredibile,  questo contatto fra te e il tuo amico è concreto e reale.”
“Tutto questo è suggestivo e  attirerà le manovre della concorrenza. – la madre di Emma non nascondeva la propria preoccupazione – Quella gente ci riproverà. Io ho paura.”
“E di cosa, mamma? Non hai visto come li ho messi nel sacco, ah.ah.ah…” rise la ragazzina.
“Bisogna avvertire anche i Carabinieri di Torino, ma senza fare alcun cenno alle caratteristiche del computer.” propose Dario e il professore accennò di sì col capo.
“Io non ho paura. – tornò a replicare Emma – Adesso vado a fare colazione e poi a scuola.”