Si allontanarono, Simone e Taur, in direzione del recinto dei cavalli dietro la casa. Anche le due ragazze raggiunsero la staccionata e lì, stettero a guardare Taur che cavalcava a pelo.
Il torso nudo e una striscia colorata a trattenergli la luminosità dorata dei capelli, le mani aggrappate alla criniera, il ragazzo girò il cavallo e puntò in direzione delle ragazze.
"Vieni, Gabriella. - disse frenando lo slancio dell'animale e tenendoo le braccia - Vieni con Taur. Vieni a correre con Taur."
La ragazzina lo guardò con aria smarrita, ma Simone che li aveva raggiunti ed era smontato di sella, ruppe gli indugi e si accostò a Gabriella.
"Taur ha ragione." disse chinandosi sulla carrozzella e sollevandola sulle braccia, poi la issò davanti a Taur che la sorresse con un braccio e lanciò Tuono Nero al galoppo.
"Quel ragazzo é la migliore medicina per tua sorella." aggiunse girandosi verso la dottoressa, prima di rimontare anch'egli in sella e lanciarsi dietro i due.
In silenzio e con le lacrime agli occhi, la dottoressa Liliana guardava Tuono-Nero che correva veloce , la criniera al vento e i due ragazzi che ridevano allegramente
Che la vicinanza del ragazzo fosse per Gabriella la migliore medicina se ne ebbe la conferma quello stesso pomeriggio. Taur spingeva la carrozzella e la ragazzina parlava, parlava, parlava...
A lui pareva di sentire Tasin, sua madre e sorrideva: anche lei parlava sempre, poi Gabriella gli domandò di raccontarle qualcosa e lui cominciò così:
"... quando i tempi dei tempi andati affondavano nelle ombre..."
Molto meglio di "c'era una volta", pensava la ragazzina con un sorriso, mentre ascoltava.
"... Fuoco e Acqua sempre far guerra e uomini sempre vivere con paura. Un giorno assai cattivissimo Fuoco prese collera perché Popolo Foreste non fatto a lui sacrifici. Dio Fuoco manda Tuono a incenerire foresta e questo molto grande sventura per popolo e animali... Animali caduti in trappola morire e anche animali non caduti in trappola ... alcuni morire e altri ferire... e foresta piangere e rami gemere... alberi gridare... vento con voce più forte di forte urlo di foresta e tutti correre... tutti verso fiume..."
Gabriella ascoltava incantata; le pareva di vedere le fiamme della foresta, di urdire le urla degli animali in trappola, il rumore dei rami e dei tronchi abbattuti; le pareva di sentire nelle orcchie l'urlo del vento che sollevava nuvole di polvere, di sentire il fumo nelle narici e sentirsi quasi soffocare.
"... Donne piangere, bimbi strillare e guerreri gridare... Ma Dio Fuoco con contento ancora... Fuoco distrutto tutto e arriva fino Acqua, ma... ma Acqua più forte di Fuoco e fermare Fuoco e tutti salvi.. Oh!.. Questo raccontare a Taur la "cara Tasin"... questo raccontava a Taur... Tasin..."
Gabriella lo ascoltava in silenzio, cogliendo tutta la malinconia contenuta in quel nome e volle consolarlo.
"Ho anch'io un racconto per te, Taur..." disse, ma intanto, parlando e chiacchierando si erano allontanati dal cancello della fattoria fino a raggiungere la strada statale, tortuosa e grigia come un serpente; alberi di castagno selvatico, dall'altra parte della strada e di gelso.
Taur ne riconobbe i frutti; sua madre ne faceva una dolcissima bevanda buona a scacciare la sete e pensò di offrine alla sua amica.
"Molto buonissimo frutto quello albero..." disse tendendo un braccio.
"Oh, sì! Piacciono anche a me." sorrise Gabriella.
"Taur raccogliere frutti per Gabriella e Taur." disse tutto giulivo il ragazzo, lasciando la carrozzella sul ciglio ed attraversando di corsa la strada per raggiungere l'albero di gelso e si suoi frutti.