l ragazzo lasciò il Palazzo; il pensiero della Regna lo accompagnò: la mente e gli occhi erano pieni della visione del suo bel volto ed a casa ne parlò subito con sua madre.
"La regina Anksenammon mi ha rivolto la parola, madre. - disse e la sua eccitazione mise in apprensione la donna - Mi ha parlato con grande gentilezza."
"Non devi più andare a Palazzo, né devi incontrre più la Regina."
"Ma perché, madre? La Regina si è mostrata gentile con me ed ha voluto conoscere il mio nome, ma... - il ragazzo posò la mano sul capo della donna con gesto di grande affetto - ... ma tu la conosci, madre."
"Io?" fece la donna.
"Se il Faraone conosce la Nsitamen che giocava con lui alla Casa D'oro, anche tu devi conoscere il Faraone e la Regina... Io ho la strana sensazione che tu mi nasconda qualcosa, madre."
"Non essere irriverente con tua madre." proruppe la donna.
"Va bene, madre, ma non adirarti con me." si scusò subito il ragazzo.
"Figlio! -esclamò Nsitamen con accento carico di dolcezza, tendendo le braccia - Io non potrei mai adirarmi con te, ma ho una preghiera da farti... Lascia stare la Cadsa d'Oro! Lasciala, ti prego!"
"Io non posso farlo, madre."
"Ma perché?"
"Non so il perchè, madre, ma sento che devo tornare dal Faraone e rivedere la Regina."
La donna si staccò da lui con un singhiozzo e si allontanò per non farsi veder piangere; Ramseth rimase da solo nella stanza, pensoso ed inquieto.
"Quante cose mi stanno accadendo che non so spiegare. - pensò - Il Faraone che mi chiama "fratello del mio cuore", la Regina che me lo trafigge con uno sguardo, mia madre che piange disperata invece di essere lieta, Emma... Emma che viene da tanto lontano... Emma? Come sarà la mia amica Emma? Come sarà il suo volto... i suoi occhi.. e dove sarà adesso?"
Emma era impegnata con una Caccia al Tesoro organizzata dalla Scuola. Bisognava trovare una mappa su cui era tracciato il percorso per arrivare al tesoro: la mappa era divisa in tre pqzzi e ognuno dei pezzi era nascosto in un posto indicato dalla soluzione di rebus di indovinelli.
Il primo indovinello si era rivelato relativamente facile: si trattava di un verso del "Purgatorio" di Dante e come risultato aveva dato la frase: "posto di divertimento"
Piero e Leo, due compagni, che con lei componevano il gruppo, misero a soqquadro la Sala delle Riunioni e trovarono ben nascosto il primo pezzo della mappa.
Il tracciato era chiaro: indicava uno svincolo statale, fuori città, sulla statale per un paese limitrofo di Torino.
Il grippo passò al secondo pezzo; facile anche questa volta: indicava una cascina, sempre nella stessa zona.
"Dobbiamo andare adesso o aspettiamo domani?" domandò Leo.
"Il gruppo di Gbriella ha trovato solo il primo pezzo della mappa, - fece osservare Emma - perciò abbiamo un buon vantaggio... Direi di aspettare fino a domani."
"Sono d'accordo. - assentì Piera - E' tardi e devo proprio tornare a casa."
"Vuoi uno strappo con il mio motorino?" s'offrì Leo.
"Ho il mio. Grazie!"
"Va bene! - assentì il ragazzino, poi - E tu, Emma?"
"Aspetto mio padre."
"A domani, allora!"
"A domani."
Piero e Leo lasciaro la Scuola; Emma aspettò il padre.