I LIBRI di THOT

I LIBRI  di  THOT

 

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“Eri bambino quando ti ho visto l’ultima volta. Adesso sei cresciuto e stento a riconoscerti, ma non ho dubbi che sia stato il piccolo Djoser ad attirarmi quaggiù!”

“Attirarti?...”

“Tu sei Djoser, figlio di Pthahotep, architetto di Ptha, perseguitato dai preti di Ra ed esiliato a Sais da Sua Maestà…”

“…  e tu sei UnasKa. – lo interruppe il ragazzo, che finalmente aveva capito a chi apparteneva il Ka di colui che gli stava di fronte – Sei Unaska, seguace di Ptha, sacerdote di Thot e allievo prediletto di Djeda, Grande-di-magia.” 

Sono proprio io! E’ proprio l’inquieto Ka di UnasKa che ti sta di fronte.” sospirò l’altro scoprendosi il capo.

Assomigliava a qualcuno, pensò il ragazzo.

Il volto era ieratico e mistico, ma i tratti erno energici e l’espressione ostinata. Una massa scura di capelli incolti gli nascondeva mezza faccia, suscitando il suo stupore: una delle regole dei sacerdoti, e UnasKa lo era sia di Thot che di Ptha, era di portare la testa rasata. In mano aveva una torcia spenta e alcune pergamene arrotolate che trattava con estrema cura.

“Mio padre mi ha parlato di te, signore.- il tono del ragazzo si fece profondamente rispettoso – Anche il principe Thaose mi ha parlato di te… Il guizzo del tuo mantello che scompariva dietro l’angolo di un corridoio dei sotterranei del Tempio, inseguito dai preti di Ra, lo perseguita ancora.”

“Kabaef in persona guidava quel gruppo di fanatici sguinzagliati alle calcagne di Unaska come cani rabbiosi.”

“Una preda che riuscì a sfuggirgli, se ancor oggi Kabaef è sulle sue tracce… Per disgrazia dell’umanità, quella carogna per avvoltoi, come lo chiama il mio amico Osorkon,  è riuscito con la sua potente magia a forzare i Chiavistelli di Geb ed ora sta tentando di attraversare i Piloni di Shu. Io stesso l’ho visto sprofondare in una voragine e poi l’ho messo in fuga con la mia verga di rame…Ma dov’è? Dov’è la mia verga? Oh, l’ho lasciata dall’altra parte.” sospirò.

“Non basta una verga di rame per contrastare quel concentrato di malignità che, per raggiungere i suoi obiettivi è disposto a subire qualunque tortura.” riprese cupo il prete di Thot, mentre un lampo gli attraversava lo sguardo.

Aveva occhi leggermente infossati e pupille scure cosparse di pagliuzze chiare e l’iride era serrata in un cerchietto dorato. E non era il colore degli occhi, l’unica, insolita caratteristica di quel  volto. La faccia di Unaska era come una pittura che minacciava di sbiadire: sopracciglia spruzzate di grigio, metallico ma spento il colore degli occhi, piccole rughe che affondavano ai lati di un naso caparbio e una mascella quadrata e imperiosa; un volto che sembrava tagliato a colpi d’ascia.

“Quell’anima dannata di Kabaef vuole mettere le mani sui Libri-della-Sapienza e sull’Aptet che Thot affidò ai suoi Seguaci. – riprese Djoser - Mio padre diceva che furono nascosti in una cripta segreta, chiamata la Stanza-della-Memoria-di-Thot.”

“E’   così! -  la diffidenza di Unaska cominciava a mostrare i primi segni di cedimento – Thot scrisse le sue Memorie e le affidò  in custodia ai suoi Seguaci… Questo, però, accadeva quando il  Mondo era governato dagli Dei e l’armonia regnava nel Creato. - dalla pausa che aveva accompagnato le parole e dall’accento profondo con cui le aveva pronunciate, il ragazzo comprese che Unaska stava per fargli una rivelazione e si predispose a nuove emozioni. - Nei tempi dell’Armonia, uomini e Dei vivevano gli uni accanto agli altri sotto la guida del Neter-wa, il Dio Uno e Supremo. Egli aveva lasciato il Nun per diventare il Sole che naviga nel seno di Nut, dando Vita e Luce all’Universo. Furono creati fiumi e mari, monti e colline; le acque furono riempite di pesci, le montagne vennero coperte di alberi e nelle rocce furono inseriti i Minerali, che sono creature di Geb. Gli Dei amavano gli uomini, Figli dello stesso Padre: i primi, nati dal suo Divino Sudore e noi uomini, dalle lacrime del suo Occhio Sacro. Gli Dei amavano gli uomini! – ripetè con accento grave – Insegnarono molte cose ai nostri Antenati… soprattutto Thot, Signore della Conoscenza Nascosta del Cosmo e delle Cose in essere e di quelle da venire…”

“I Libri della Rivelazione dei Misteri di Tutte-le-Cose?” proruppe Djoser; l’altro annuì.

“Thot li scrisse di suo pugno e li lasciò sulla Terra prima di seguire il Supremo, quando l’abbandonò con tutta la Divina Compagnia… Tu sai che, nauseato dal comportamento degli uomini, Atum-Ra decise di ritirarsi nel Mondo-di-Sotto e di lasciare il governo dell’Universo agli Esseri-di-Luce.”

Djoser ascoltava in silenzio, ma con una domanda sulle labbra che, per rispetto degli Dei, non osava formulare;

“So che cosa vuoi chiedermi. – sorrise Unaska - Come può, il Sapiente Thot, aver pensato di rivelare agli uomini i Segreti di Nut e Geb. No… Non lo fece. Thot li affidò alle Anime-di-Luce degli Antenati, che li tramandarono ai loro discendenti, i Seguaci-di-Horo, attraverso la Sep, che è l’insegnamento della Virtù e della Conoscenza.”

“I Libri della Sapienza… “

“Thot volle che fossero sigillati in uno scrigno d’argento e custoditi in una cripta segreta del Tempio, a Khenmu. Solo i sacerdoti di massimo grado potevano avvicinarsi a quello scrigno, a causa della pericolosità del suo contenuto. Ben presto, però, la cupidigia umana ebbe il sopravvento sulla prudenza… il Tempio fu profanato e molti di quei Sacri Rotoli andarono dispersi. Soltanto l’ultimo sacerdote-sem, Djeda, discendente dei Seguaci-di-Horo, conosceva quel luogo… Io ho avuto l’onore di essere suo discepolo e leggo nella tua mente la domanda che ti stai ponendo.”

“Riesci a leggere dentro la mia mente?” domandò il ragazzo.

“No, Djoser, figlio di Pthahotep: sei tu che leggi nella mia.”

“Non capisco:”

“Davvero non capisci? Non hai attirato qui il mio Ka per chiedergli qualcosa?... Non sei alla ricerca di indizi che conducano a quella cripta segreta?”

“Gli indizi… ma certo! – proruppe Djoser battendosi una mano sulla fronte: cominciava a capire -  Non è facile, però.”

“Non doveva esserlo a quel tempo e non lo è oggi! – sentenziò lo spettro di Unaska - I preti di Ra hanno inseguito quei Libri fin dai tempi della lotta fra i Seguaci-di-Horo e i Seguaci-di-Seth, giungendo a violare la cripta in cui erano custoditi. Kabaef, il più tenace fra tutti, ne ha fatto la sua missione di vita anche dopo la morte… Per questo non posso rispondere alla tua domanda. Tu, però, non arrenderti. Cerca. Cerca ancora. La risposta è davanti ai tuoi occhi. La risposta sta nelle origini di ogni cosa… Nelle origini di ogni cosa. Comprendi? E adesso prosegui lungo il tuo percorso e lascia che il mio Ka torni al suo djet.”

Con queste misteriose parole, il fantasma di Unaska si dissolse in una nebbiolina dai contorni sfumati ed andò ad unirsi ai vapori che salivano dal basso.

(CONTINUA)

brano tratto da "DJOSER e i Libri di Thot" di Maria Pace - Editrice MONTECOVELLO

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