Il Pozzo della Morte

Il Pozzo  della  Morte

Il viaggio verso l'eternità, l'ultimo viaggio, i re Sumeri non lo compivano da soli, ma si portavano dietro l'intera corte.
Quando l'archeologo Leonard Woolley scoprì la necropoli reale di Ur dei Caldei, in Sumeria, riportandone alla luce le tombe, ne fece un resoconto dagli accenti impressionanti.  Tra le tombe di cui riferì, c'era quella di re Abargi e della regina Shubad, che rivelarono al mondo la aberrante pratica.
Aberrante per noi, certamente,  ma, forse,  esaltante per persone sostenute dalla convinzione  di seguire il loro signore nell'altro mondo per continuare a servirlo: Re e Regine erano considerati  Semidei.
La tomba,  un pozzo di nove metri per otto, conteneva un incredibile numero di corpi.
Il primo macabro rinvenimento, subito dopo l'esaltazione della scoperta,  furono cinque corpi di soldati allineati  l'uno accanto all'altro. Seguirono altri corpi, sparsi dovunque, allineati oppure no, ma nessuno apparentemente "composto" per la sepoltura: tutti conservavano atteggiamenti "normali".
Erano soldati armati di lance e spade, palafrenieri con i loro animali, ancelle e dame di corte... Queste indossavano parrucche elaborate, gioielli d'oro, di lapislazzulo e di corniola ed indossavano abiti da cerimonia sfavillanti di preziosi e colori: predominava il rosso.
Non riusciremo mai ad immaginare l'atmosfera venuta a crearsi in fondo a quella "fossa" nel  momento in cui la porta della cripta venne murata con pietre e mattoni ed intonacata all'esterno.
Erano ancora vivi e coscienti? Come vissero gli ultimi attimi prima di essere uccisi o di uccidersi con il veleno contenuto nelle ciotoline rinvenute loro accanto? Le due "dame di corte" accovacciate accanto al sarcofago su cui era stato adagiato il corpo della Regina, avevano scelto spontaneamente  quella sistemazione o era stata loro assegnata? E la terza "dama", si era, forse, allontanata dalle altre due?
Possiamo immaginare l'inizio del macabro rito e la processione di persone, uomini e donne,  scendere, lungo il sentiero addossato alla parete,  nella grande fossa ancora aperta.  Sapevano di andare incontro alla morte e lo facevano indossando le vesti più preziose, esibendo le insegne dei corpi di appartenena, reggendo gli strumenti musicali; sei arpiste sono state trovate adagiate l'una accanto all'altra ed una di loro aveva ancora le dita  sulle corde dell'arpa.
Possiamo presumere che, adunandosi su fondo di quel pozzo,  tutta quella folla di "morituri" abbia messo in atto una cerimonia funebre con suoni e canti:  inquietante, ma sicuramente suggestiva; uno spettacolo che, ad avere la possibilità di guardare dall'alto,  doveva risultare   sfolgorante e scintillante, per l'enorme numero preziosi  esibiti dalle 64  "dame di corte"  che  ne facevano parte.
Deve essere stata una cerimonia interminabile e complessa, che non porta, però, tracce di violenza o della brutalità del massacro: al contrario,  la posizione dei corpi appare tranquilla e serena. Senza traumi.
Probabilmente,  ognuna di quelle persone aveva occupato il proprio posto, lo  stesso,   forse,  che occupava a corte e si era addormentats bevendo la droga contenuta nelle ciotole che aveva portato con sé.
Poi il silnzio.
Possiamo supporre, a questo punto della Cerimonia, che altre persone siano scese a controllare che tutto fosse compiuto e in ordine, prima di  gettare terra e sommergere ogni cosa: persone ed oggetti.
Il macabro rituale, però, non finiva qui.
Chiusa la cripta, il  rituale  prevedeva  libagioni in onore del regalo defunto e degli  Dei Funerari e solo allora si riempiva  la fossa con  vari strati di argilla pressata, ad ognuno dei quali,  si offriva una vittima in sacrificio. Almeno cinque,   i corpi ritrovati tra uno strato di argilla e l'altro e l'ultimo doveva appartenere a persona di  rango più elevato degli altri.
Raggiunta la sommità del pozzo veniva, infine, collocata una cappella funeraria nella quale, si pensa, avesse termine l'intero rituale.
In realtà, prima della scoperta della necropoli reale di Ur,  nessun cenno a sacrificio umano era stato trovato, ma dei Sumeri si sapeva e ancor oggi, si sa ben poco. Ne nacque, però, un dibattito che si trascina ancora oggi: secondo alcuni studiosi,  quelle sarebbero vittime sacrificate in onore del Dio della Fertilità e non di un rituale funebre reale.