Una grande vetrata si affacciava sulla città di notte, splendente di luci e colori. Schermata da una tenda trasparente, pareva vi volesse lasciare fuori tutto il fascino e il mistero. Eppure, i lampadari in stile, il copriletto damascato, i tappeti e perfino le fioriere, trattenevano all’interno tutto quel fascino.
Isabella sedette sul letto e cominciò la lettura dei fogli di Hammad.
“Il Libro per uscire alla Vita.”
Così Hammad aveva intitolato quella raccolta di formule magiche che avrebbero permesso al Ka della principessa di penetrare nella luce dell’immortalità.
“Santo Cielo! – pensò sottovoce, visibilmente emozionata, sollevando il capo dal foglio – Questo è il Libro dei Morti della principessa Nefer.”
Riprese la lettura partendo dal capitolo introduttivo.
“Gli Scritti delle Parole Divine che sono il Libro di Thot, da pronunciarsi il giorno del funerale, giungendo alla tomba e prima di andar via…”
Isabelle fece seguire ancora una pausa, poi cominciò a recitare:
“O Usir, Toro degli Amenti
Io sono il Dio Grande della Barca Divina
che ha combattuto per te
Io sono Uno degli Dei
Io sono i Giudici che operano
per la Giustificazione di Usir…”
Mentre recitava, simile ad un’antica sacerdotessa di una qualche perduta Divinità della Vita, la ragazza metteva enfasi e passione nelle parole e nei gesti; dosava parole e tempi con sapienza e accuratezza e vestiva di mistero e teatralità quelle parole arcane.
S’interruppe nuovamente e sollevò il capo, come folgorata da un improvviso pensiero.
“E’ così che il chery-webb, Sacerdote Lettore, - pensò a voce alta – avrà recitato queste formule davanti alla tomba della principessa Nefer il giorno del funerale?… E’ questa l’intonazione giusta? Solo se pronunciate con la giusta voce le formule avrebbero difeso il defunto dalla disgregazione e dall’attacco di entità nemiche… Solo una vibrazione corretta della voce avrebbe procurato un giusto impiego della formula… Osor! – il volto della ragazza si distese in un sorriso dolcissimo – Ci saranno state formule per richiamare anche lui? Osor è il Guardiano a difesa della tomba di Nefer… Lei… lei poteva chiamarlo alla vita con delle formule magiche?… E se davvero ci fosse, tra queste, la formula per richiamare Osor alla vita?”
Febbrilmente si pose alla ricerca di un indizio, una parola, una frase indicativa e infine si fermò davanti ad un titolo:
“Formula per uscire dalla rete.”
Si trattava di un testo quasi incomprensibile, estremamente corrotto e con parole sconnesse. Lo stesso, la ragazza cominciò a recitare:
“Io sorgo nell’ora di vivere
con le interiora degli Dei
Io conosco il ramo
che gli appartiene: è il dito di Sokar
Conosco il palo: è l la gamba di Nemu.
Conosco la punta: è la mano di Isis…”