Letizia entrò nel soggiorno come una folata di vento e fece volare i libri sul divano. Franco, suo fratello, la guardò con il solito sorriso ironico: da qualche tempo sua sorella era diventata strana.
“E’ soltanto l’età!” diceva spesso sua madre.
Tutte le volte, cioè, che discuteva con il papà quell’insolito comportamento.
Letizia aveva quindici anni e tutte le contraddizioni di quella splendida età ma, soprattutto, aveva una fervida immaginazione che le permetteva di muoversi a piacimento nel tempo e nello spazio.
La noia? Letizia non conosceva davvero il significato di questa parola. Dove trovare il tempo per annoiarsi dal momento che, deposto il peplo di Elena di Troia era pronta ad impugnare la spada della furente Crimilde? Oppure, liberatasi dell’armatura dell’amazzone Kira, era pronta ad infilarsi nei jeans della ragazza-vampiro?
E questo, almeno una volta al giorno; a seconda del libro che leggeva o del film che trasmettevano in televisione.
In verità, le eroine con cui amava identificarsi erano ragazze piuttosto attive e battagliere; pronte all’azione. Come lei!
“Pirati dei Carabi” era il titolo del film che davano in televisione quel pomeriggio, ecco perché Gabriella “non c’era per nessuno” e si ritirò in camera sua.
Sistematasi sul letto, il televisore portatile ad angolo tra la finestra ed un vano adibito a libreria, la ragazza si lasciò subito rapire dalle prime stoccate dell’immancabile duello tra l’eroe e il cattivo. Naturalmente, la scaramuccia era stata ingaggiata per tirar fuori dai guai Elizabeth, la bella protagonista del film.
Sullo schermo l’immagine della ragazza dalla lunga, scomposta selva di capelli neri, si alternava alle stoccate delle spade che cozzavano e dei cimieri che ondeggiavano, coloratissimi.
Nella grande specchiera ai piedi del letto, si specchiava il bel volto di Letizia che due occhi nerissimi e mobili, animavano vivacemente mentre viveva quell’avventura.
In verità, per un paio di volte almeno avrebbe voluto trasferirsi sullo schermo e sostituirsi alla bella Elizabeth, soprattutto quando Jack, messo all’angolo dall’avversario, pareva davvero trovarsi in difficoltà.
“Ma che cosa fai, lì, impalata? - sbottò – Prendi un’asse, lì, per terra e dagli una bella botta in testa…Cosa aspetti a mandarlo a gambe levate, quello lì!”
“Quello lì”, naturalmente, era l’avversario del suo Jack.
Ma Jack non poteva soccombere ed eccolo, con un formidabile colpo di reni, liberarsi dell’avversario.
Arrivò a questo punto l’intervallo pubblicitario.
Franco si affacciò sull’uscio della porta. Sporse solamente il capo. Sapeva che la sorella gli avrebbe tirato addosso un libro se l’avesse disturbata.
Letizia, però, pareva ben disposta.
(continua)
brano tratto dal libro