Le Fanciulle di Locri

Le Fanciulle di Locri

Pittori, poeti e scrittori si sono lasciati ispirare per secoli dall'episodio della violenza di Aiace  d'Ileo su Cassandra, principessa di Troia.
Per scampare al massacro che gli Achei, caduta la città, stavano consumando sui vinti, Cassandra, figlia di Priamo, si rifugiò nel Tempio di Atena. Qui, però, la raggiunse Aiace  che, in spregio di quel luogo sacro, le usò violenza proprio ai piedi della statua della Dea.
Atena ne fu tanto disgustata, da distogliere lo sguardo dalla scena. La sua ira, però, non si fermò allo stupratore, ma si estese a tutto l'esercito Acheo e inutilmente Aiace si proclamò pentito e pronto ad espiare la propria colpa: gli stessi compagni volevano la sua morte ed  Odisseo propose addirittura la lapidazione.
Aiace fuggì, ma la sua nave naufragò; egli riuscì ad aggrapparsi ad uno scoglio, ma Atena  ottenne da Giove una saetta che gli scagliò contro uccidendolo.
Non ancora soddisfatta, l'implacabile Dea rivolse la sua collera contro i sudditi dell'eroe, nella terra di Locri.
Un oracolo avvertì che per placare la Dea bisognava, ogni anno e per duecento anni, inviare a Troia nel Tempio di Atena,  due fanciulle di nobile famiglia etratte a sorte, sbarcandole sul promontorio Reteo.
I troiani, però, consideravano quest'atto una violazione da punire con la morte, se, però,le ragazze riuscivano a raggiungere il Tempio, potevano restarvi in condizioni di  schiavitù,  fino a quando non venivano sostituite, l'anno dopo, da altre fanciulle.
Per sfuggire alla morte, le fanciulle venivano  introdotte di nascosto attraverso un  passaggio segreto  che conduceva direttamente al Santuario.
Per rendere più sicuro lo scambio delle coppie, nessuno,  all'infuori     delle famiglie delle fanciulle stesse, conosceva quel passaggio dall'ingresso abilmente occultato e nessuno  era al corrente del momento, sempre di notte, in cui doveva avvenire lo scambio, né   dell'ora precisa.
Nota:  il caso delle sacerdotesse di Locri è storicamente provato, ma gli storici sono tutti concordi nell'affermare che ad impedirne l'accesso al Tempio non fosse l'episodio della violenza di Aiace d'Ileo, una chiara invenzione di Omero, bensì dell'acredine esistente  tra Troia e Locri.
Le ragazze di Locri, dunque, esercitavano un diritto che i troiani non volevano riconoscere loro.