MICERINO... e il giorno infinito!
Figlio di Keope, Micerino o Men-Kau-Ra, salì al trono intorno al 2490 a.C. e vi rimase per venti anni circa.
Erodoto non usa toni aspri, come ha fatto con i predecessori; lo stesso, però, non ci risparmia la calunnia. Dice di lui che é stato un Sovrano giusto e illuminato, la cui principale cura era il benessere dei suoi sudditi. Al contrario del padre, - dice ancora - che aveva fatto chiudere tutti i Templi e costretto la popolazione a lavorare solamente per lui, Micerino invece, fece riaprire Templi e Santuari e permise ai sudditi di lavorare anche per se stessi oltre che per il Sovrano. Ma poi aggiunge che gli Dei lo punirono proprio a causa di quella sua mitezza, riversandogli addosso sciagure degne del biblico Giobbe.
La prima fu la morte in giovane età dell'unica ed amatissima figlia.
Le cause della morte della giovane principessa, figlia della regina Khenramebty, in realtà,
sono del tutto ignote, ma la fantasia (un tantino perversa) dello storico greco supplisce alla mancanza di notizie.
Egli racconta che Micerino preso da insana passione per sua figlia, che viveva nel gineceo reale assieme alla Regina ed alle concubine, ne abusò.
Non reggendo alla vergogna ed al disgusto - racconta ancora lo storico - la principessa si impiccò e la Regina, sconvolta, fece tagliare le mani alle ancelle che l'avevano consegnata al padre.
Distrutto dal rimorso - continua il pruriginoso e fantasioso racconto - il Re fece chiudere il corpo dell'infelice principessa in un sarcofago dalla sagoma bovina, ricoperto da un mantello di porpora e lo espose in una apposita sala nella reggia di Sais.
Gli Dei, però, non perdonarono quel delitto (spiega ancora lo storico greco) poiché dalla città di Buto giunse al Sovrano un oracolo secondo il quale gli restavano da vivere ancora soltanto altri sei anni.
E qui la fantasia di Erodoto va davvero oltre ogni limite. Ecco cosa scrive:
"... poiché ormai contro di lui era stata pronunciata questa sentenza, si fece fabbricare molte lucerne: ogni volta che veniva la notte, dopo averle accese, beveva e godeva, non smettendo né di giorno né di notte: vagava per le paludi e per i boschi e là dove sentiva dire che c'erano luoghi più piacevoli e più belli. Aveva escogitato tutto ciò volendo dimostrare che l'oracolo era falso: per avere dodici anni invece che sei, essendo trasformate le notti in giorni..."
In realtà, oltre questi fantasiosi dettagli della sua vita, di Micerino non vi sono, praticamente, altri dati storici. Si sa che durante il suo regno egli si dedicò soprattutto alla costruzione della sua Piramide e dei vari Templi e Santuari, facendo dell'Egitto, come già i suoi predecessori, un immenso cantiere. E si sa che in tutta la storia egizia, quello della IV Dinastia fu il periodo d'oro.
La Piramide di Micerino é la più piccola delle tre piramidi dell'altopiano di Gizah, ma é anche quella esteticamente più accurata e meglio rifinita. Anche le statue che lo ritraggono, a testimonianza dell'elevato grado di civiltà, sono di una grande armonia di linee e perfezione tecnica.
Questo Sovrano, il sui nome significa "Stabile é la potenza vitale di Ra" non ha avuto molta fortuna dopo la sua morte.
La sua Piramide, cui fu dato il nome di "Micerino é divino", più di ogni altro monumento si vide "trasformata" in cava di pietre: fu a lungo saccheggiata per ricavarne pietre per la costruzione di Templi e sepolture.
Non é tutto!
Scoperto l'ingresso alla Piramide, nel 1837, dopo lunghe ricerche ed a seguito di una breccia praticata da Mamelucchi (gli stessi che avevano preso a cannonate la Sfinge), si riuscì a penetrare al suo interno fino a raggiungere la camera Funeraria dove fu trovato un sarcofago in basalto nero. Il coperchio, però, decorato a "facciata di palazzo" era rotto e ciò significava che la tomba era stata profanata. La bara di legno, al suo interno, conteneva resti umani, presumibilmente del Sovrano.
Inviato al British Museum di Londra, il sarcofago, però, non vi arrivò mai: la nave su cui viaggiava naufragò.
Il Faraone "punito dagli Dei" aveva scelto una nuova tomba!