OSIRIDE... il Dio che tocca i cuori
La più complessa, ma straordinaria elaborazione del pensiero etico-filosofico-religioso egizio è senza dubbio la figura di Osiride.
Osiride è diverso da tutte le altre Divinità.
Osiride è simbolo del dramma dell'esistenza umana: l'ineluttabilità della morte e la speranza della resurrezione. Osiride è il simbolo del Ciclo: Vita-Morte-Resurrezione. E' la "vittima" per eccellenza: viene sacrificato, ma il suo sacrificio e la sua passione, vengono compensati dalla Giustizia e dall'Ordine Universale ristabiliti. Sposo e padre amato, viene soccorso dalla sposa Iside e dal figlio Horo...
Osiride non é una Divinità Cosmica, ma un "Figlio di Dio". Non é il Signore dell'Universo; non é Ra il Dio-Supremo nel cui destino solare, attraverso una metafisica apoteosi, il Sovrano si identifica dopo la morte.
Osiride é la Divinità in cui é l'uomo comune ad aspirare ad indentificarsi.
Osiride é la Divinità che conosce il destino dell'uomo e di tutte le creature mortali che fanno parte della Natura; non solamente gli uomini, ma la Natura stessa: vegetazione ed animali. Osiride é la forza della Natura che muore e si risveglia.
Osiride é colui che soffre con l'uomo, che conosce la sofferenza e la Morte proprio come l'uomo, ma che poi si riscatta con la Resurrezione. Proprio per questo l'uomo aspira ad identificarsi con Lui perché é il solo, unico Dio che tocca le corde del sentimento.
"Divenire Osiride" dopo la morte, per il genere umano è entrare a far parte del ciclo della Natura. Un concetto che può sfuggire alla comprensione immediata, ma che é presente in molte culture del vicino Oriente: Damuzi dei Sumeri, Attis di Persia, Baal di Siria, ecc..
Non si sa con esattezza fino a quando far risalire il culto di Osiride; con certezza si sa che era presente già nel 2500 a.C. poiché compare nei Testi delle Piramidi; la sua popolarità cresce durante il Nuovo Impero e continua anche in Epoca Tarda fino ai tempi della dominazione romana allorquando, giunto a Roma, diventa Serapide.
Come dice R. Clark, mentre Ra, Atum o Ptha danno una spiegazione della loro origine per fornire basi al potere politico, Osiride, invece, tocca i cuori. E' più facile, infatti, spiegare e capire il dramma di Osiride, che comprendere la natura delle altre Divinità.
La letteratura Osiriaca é permeata di passionalità, sofferenza, dolore, ma anche di esaltazione e gioia e sono proprio queste caratteristiche che la distaccano e distanziano dai culti delle altre Divinità.
Sicuramente il carattere di Osiride nasce all'interno di un antichissimo culto della fertilità e per questo si avvicina più alla Natura che alla Regalità: più agli uomini che ai Sovrani.
Osiride é il "ciclo delle stagioni" e il suo culto é una rappresentazione drammatica, perché drammatico é il contesto naturale in cui tale culto é nato. Se per i popoli occidentali i cambiamenti climatici delle Stagioni sono soltanto fenomeni passeggeri della Natura e l'associazione dell'inverno alla Morte é solamente una metafora, per le popolazioni orientali sono da sempre l'espressione di un dramma vero e proprio: é la Natura che muore davvero. Muore perché diventa così arida e bruciata che si stenta a credere che possa rinascere ancora e il dramma di Osiride é la rappresentazione del dramma della Natura.
Egli "muore" di morte terribile e violenta proprio come la Natura sottoposta a forze incontrollate, ma poi "risorge" forte e rigoglioso... proprio come la Natura.
Per i contadini egizi ed orientali la terra, nella stagione riarsa e rovente, era come il deserto, ossia il Regno della Morte e solo il ritorno delle Acque poteva riportarla alla Vita. Però, mentre il deserto era lì, minaccioso e onnipresente, le inondazioni potevano non tornare, ritardare o arrivare troppo abbondanti.
Ecco come era salutato l'arrivo della pioggia:
"Salute a voi, Acque che Shu ha portato
e bagnerà le membra di Geb (la terra).
Adesso i cuori possono perdere la paura e i petti il terrore.."
Ed ecco, invece, la preghiera ad Osiride:
"Osiride appare ovunque
ci sia un traboccare di acque."
Osiride, dunque, non é "le Acque" o la "Inondazione" che risveglia la Natura, Osiride é la Forza di riproduzione della Natura vegetale e animale. Le acque del Nilo nutrono il seme e stimolano la sua crescita fino a quando spunterà dalla superficie del terreno come grano.
Ecco cosa riporta un testo dei Sarcofagi in cui lo Spirito del Nilo annuncia il risveglio della Natura:
"Io sono colui che esegue per ordine di Osiride
al tempo della grande piena.
Io alzo il mio Divino Comando al sorgere d Osiride
nutro le piante e rinverdisco quello che era secco..."
Osiride, dunque, é il Signore delle Messi.
Nella Teologia é un Dio di quarta generazione: ATUM - SHU/TEFNUT - GEB/NUT
Osiride é figlio di Geb, Signore della Terra e Nut, Signora del Cielo: é sposo di Iside e fratello di Seth, eterno nemico e di Nefty.
Osiride ha regnato come Sovrano d'Egitto durante l'Età dell'Oro. Le liste Reali iniziano proprio con il Regno-degli-Dei, poi seguono quelle dei Semi-Dei, degli Esseri-di-Luce e infine quelle dei Servitori-di-Horo.
Il mito di Osiride é noto a tutti: ucciso dal fratello Seth e ridotto in pezzi il corpo, questo fu ricomposto dalla pietà di Iside e Nefty e dall'opera di imbalsamazione di Anubi, il figlio avuto da Nefty. Benché non completamente riportato in vita, Iside concepì con Lui un figlio, Horo, che si incaricò, appena cresciuto, di vendicare il padre e riportare l'ordine nel mondo distrutto da Seth.
L'apice del dramma si raggiunge proprio adesso.
Nella sua forma mummificata, Osiride é immobile e impotente, in balia di nemici. Proprio come la vegetazione é in balia degli eventi atmosferici ed aspetta di essere salvato e sostituito. E' il "Vecchio" che verrà sostituito dal "Nuovo" e il "Nuovo" é Horo, suo figlio.
Horo é il figlio vendicatore che combatte contro Seth, ossia il deserto, espressione della Natura nel suo momento più drammatico: l'arsura e la siccità. Ma Horo vincerà su Seth e nel mondo tornerà l'ordine precostituito delle cose... le Acque vinceranno sull'Arsura e la Natura tornerà a germogliare, sotto la spinta di Neper, il Genio del Grano.
C'é, nella teologia egizia, la tendenza ad accostare i fenomeni della Natura alla funzione ed alla personalità delle varie Divinità: Seth e le tempeste, Hapy e la piena delle acque... Osiride e la forza vegetativa.