Per le vie di Rio de Janeiro

Per le vie di Rio de Janeiro


Raggiunsero l'uscita dell'aeroporto, che immetteva sul Parco Flamengo.
"Sei già stato a Rio?" domandò la ragazza.
"Qualche tempo fa."
L'aria calda, densa, satura di tutti i profumi, i suoni e le luci che facevano di quella parte della città un'immensa sala a cielo aperto, li accolse insieme ad una marea di gente.
Nonostante l'ora di punta trovarono un taxi e il tassita con una sola battuta diede loro un'idea del particolare mondo carioca.
"Benvenidos, signori, nella  Citade Meravilhosa, a cui il buon Dio ha dedicato due giorni interi, dei sette impiegati nella Creazione del mondo." e dallo specchietto retrovisore sbirciò in direzione di Sharon.
"Grazie, amigo! - dal sedile posteriore Richard guardava la macchina che li seguiva, una cabriolet blu mare con a bordo i due segugi dell'areoporto  - Ma dimmi, vuoi guadagnarti diecimila cruzeiros?...  - aggiunse  - Devi seminare la cabriolet che ci sta seguendo."
All'autista bastò una rapida occhiata nello specchietto per afferrare al volo la situazione.
"Stiamo giocando alle spie? Eh?... Americanos? - esclamò in tono niente affatto  preoccupato - E quelli sono i cattivi?" disse, facendo della lingua americana un uso simpaticamente  personale ed accompagnandola con quella cadenza particolare, piacevolmente ritmata, muscale e dolce.
"Proprio così, amico. Sono cattivissimi.."
Richard rise. Gli mancava, pensò  guardandolo, soltanto la chitarra, poi vide che la  chitarra c'era ed era sul sedile accanto a guidatore.
"Ah! Ah!.. Si vola! Allacciate le conture!" disse quello, poi sollevò la mano e, indice e  medio allargati,  fece il segno della più trionfale delle "V".
In realtà, le cinture di sicurezza mancavano, ma doveva essere un dettaglio di poco conto per Paulo José, così si chiamava, che schiacciò il piede sul'acceleratore facendo partire la vettura alla velocità di un razzo; i due passeggeri trattennero il respiro.
Nonostante l'ora avanzata come sempre il traffico era intenso e caotico, ma Paulo José sapeva districarsi in quella selva di auto con la perizia di un pilota di Formula Uno.
"Serviremo ai cattivi un Samba alla dinamite...  ah.ah.ah!" rise, svoltando l'angolo.
"Ne sono lieto!" esclamò Richard.
La strada era in salita e con marciapiedi a larghi gradoni e seguiti da un'improvvisa pendenza.
"Tenetevi forte!" avvertì lo spericolato autista
Balzarono in avanti e Richard tese un braccio per trattenere Sharon.
In salita o in discesa, troppo larghe o troppo strette, le vie di Rio erano piene di contrasto: sfavillanti o completamente al buio,  in mezzo alla foresta o in pieno centro, sulla sabbia o tra colline. Le vie di Rio erano capricciose come le Divinità che avevano creato e plasmato quell'angolo di mondo.
"Siete americani, vero? - Paulo chiese conferma, ma senza attendere risposta aggiunse - Qui arrivano tanti americani."
"Attento! - l'avvertì la ragazza - Sono dietro di noi. Ci raggiungeranno."
"Niente paura, miss! Sta a vedere:"
Un cartellone pubblicitario, però,  sbarrò loro il passo; era enorme, eccessivo e sproporzionato. Ritraeva una donna senza veli che suggeriva un metodo  inglese per perdere chili.
"Bisks... a maneira inglesa de perder..."
Qui c'era uno strappo, ma era facile indovinare l'ultima parola.
"Attento!" seguì anche l'avvertimento di Richard, ma il giovane brasiliano non si scompose e lo attraversò da parte a parte come in un numero da circo equestre.
"Tranquilli! - disse - Paulo José sa quel che fa."
"Hhhh! Lo vedo!" esclamò Richard.
"Ah.ah.ah... - Paulo pareva davvero divertirsi molto - Ehi, ma quelli sparano. Ah, no!... Questo non si fa!... Tenetevi forte, amici." avvertì, poi  infilò a velocità vertiginosa una  stradina.
Aggirato l'ostacolo pubblicitario, però, la cabriolet tornò a rimettersi in coda.
Paulo a questo punto puntò in direzione di una scalinata, facendo sobbalzare l'auto ad ogni gradino; Richard ne contò quattordici prima di sentire nuovamente sotto le ruote la terra piana di un parcheggio all'aperto.
"Copacabana, signori! - disse il tassita in tono enfatico  - Quelle laggiù sono le acque impetuose di Copacabana."
"E ora?"
"Ora dobbiamo scomparire. -  rispose quello senza scomporsi, infilandosi  di coda  in  mezzo alle auto in sosta -  Abassate le teste e aspettiamo che i "cattivi" siano lontani." e rise.
Abbassarono le teste e videro la cabriolet sfrecciare loro accanto e perdersi sull'Avenida Atlantica, il lunghissimo viale che costeggiava la spiaggia.
"Dove andiamo?"
Paulo si voltò verso Richard e il giovane ripeté l'indirizzo:
"Hotel Meridien... Avenida Atlantica."  (continua)

 

Brano tratto dal libro   "S.O.S.  Pianeta  Terra" 

di  MRIA PACE -  EDIZIONE   G. PRINCIPATO