Prefazione dell’autore
Ci sono diversi modi di vedere una porta, una porta che si apre verso il mondo e che ci mette in comunicazione con tutto ciò che è fuori; una porta che si chiude su di noi, e che ci conduce verso una condizione più intima, riflessiva.sensazioni, che avvolgono il nostro io profondo, che ci forgiano nella fucina del tempo, che creano il nostro essere “noi”. Non si esce mai uguali dall’incontro, o dallo scontro, con gli altri, ma ancor più diversi si diventa quando riusciamo ad incontrare davvero noi stessi.
E le porte le apriamo con le chiavi giuste, chiavi speciali, che vanno cercate e sudate … le “chiavi di pietra” appunto.
Di pietra perché antiche, solide, immutabili e sagge, di quella saggezza che nasce dalla somma dei giorni, che l’uomo uno sopra l’altro pone per salire, pensiero dopo pensiero, lacrima dopo lacrima, sorriso dopo sorriso, un po’ più in alto … o un po’ più in basso, quando decide che, nel proprio animo, è il momento giusto per andare a fondo e cercare.
È proprio con queste chiavi che ho cercato di esplorare gli angoli nascosti, o fin troppo esposti e, forse proprio per questo, trascurati; spesso alzandomi di notte per fissare, in versi, l’immagine che “sentivo” dentro e se, leggendoli, riuscirai a trovare quell’immagine che tra le righe è sparsa, a ricostruirla e a riconoscerla come qualcosa che appartiene anche a te, vorrà dire che, in quel momento, forse stiamo guardando dallo stesso lato del cuore.
I. Angeletti – Le chiavi di pietra (2011-12) – Tutti i diritti sono riservati 11