TUTELA
Si chiamava proprio così la schiava protagonista di questa insolita storia.
Durante l'invasione dei Galli, Roma dovette vedersela su due fronti: quello degli invasori venuti da lontano e quello delle popolazione limtrofi avversarie che volevano approfittare della precaria situazione per darle un colpo di spugna definitivo.
Unite in una istituzione simile ad una "Lega", queste città affidarono il comando dell'impresa al Dittatore di Fidene, Livio Postumo.
Fu così che un bel gionro il Senato di Roma si vide recapitare una strana richiesta dai suoi avversari: se si voleva salvare la città dalla distruzione, la condizione era di consegnare alla "Lega" tutte le madri di famiglia e le loro figlie.
Il Senato si riunì immediatamente per discutere l'insolita richiesta, ma qualcuno si presentò con una proposta altrettanto insolita: sostituire le matrone con qualcuno che prendesse il loro posto.
Era una schiava e si offriva di consegnarsi al nemico di Roma insieme ad altre schiave, al posto delle matrone e delle loro figlie in cambio della libertà. Il suo nome era Tutela.
La proposta fu accettata.
L'indomani, fuori delle mura, fu messa in scena, a beneficio dei nemici, una patetica e commovente scena d'addio fra le donne e i loro accompagnatori.
Condotte al campo nemico e sistemate, le false matrone attesero la notte e quando tutti si furono addormentati, Tutela salì su un albero di fico e da lassù lanciò il segnale convenuto ai romani in attesa, che penetrarono nel campo sbaragliando gli avversari.
Tutela e le compagne furono ricompensate con la libertà ed anche con un cospicuo donativo che consentiva loro di prender marito.
Da quel giorno, 7 luglio, si celebrarono le Ancillarum Feriae durante le quali, schiave e padrone offrivano insieme doni a Giunone, Protettrice delle donne.